Per chiudere una praticadi eredità con il fratello
25 settembre 2019
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Siamo 2 fratelli e abbiamo ereditato 2 appartamenti e un libretto di risparmio postale di mia madre, che è deceduta nel 2017.
Dopo aver pagato la successione al 50% con mio fratello, che è stato amministratore di sostegno di mia madre, e fatto tutto l’iter per prelevare i soldi depositati, mio fratello non vuole firmare per il prelievo e vuole che gli firmi una scrittura in cui viene scritto che lui ha fatto una buona amministrazione, cosa non vera, poiché sospetta che io possa denunciarlo. Cosa devo fare per prendermi la quota che mi spetta?
Lettera firmata
Lei non deve assolutamente sottostare alla richiesta di suo fratello; non firmi assolutamente nulla. Spesso le banche attuano questa pratica per tutelarsi nel caso il testamento sia poi successivamente impugnato, ma tale modus operandi, dopo una lunga e contorta evoluzione giurisprudenziale, è stato dichiarato illegittimo. La firma di suo fratello non è necessaria. Difatti la Suprema Corte ha precisato (Cass. S.U. sentenza n. 24657/2007) “che ogni coerede può agire per il rilascio della sua quota di eredità del conto bancario senza che la parte debitrice (ovvero la banca) possa opporre a costui il mancato consenso degli altri coeredi. Ciò perché gli eventuali contrasti insorti tra gli stessi, inerentemente alla divisione dell’eredità, devono essere risolti nell’ambito del giudizio di divisione”. Dunque ciascun erede, secondo le Sezioni Unite, può agire singolarmente per far valere l’intero credito ereditario comune o anche la sola parte del credito proporzionale alla quota ereditaria, fermo restando che il pagamento effettuato dal debitore non ha effetti nei rapporti interni con gli altri coeredi. Mandi una raccomandata A/R di messa in mora alla banca, chiedendo di adempiere; e soprattutto non si faccia ricattare da suo fratello.
