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"Lettera a Rosario Livatino"

mercoledì 16 luglio 2025 di Filippa Dolce
La giustizia come scelta quotidiana

Un gruppo di studenti di un istituto tecnico, con la testa immersa tra motori, software e logistica, scrive una lettera a Rosario Livatino, il “giudice ragazzino” assassinato dalla mafia nel 1990. Potrebbe sembrare un accostamento inaspettato, eppure ciò che nasce dalla classe 5AEN dell’I.T.T.S. “A. Volta” di Perugia è molto più che un esercizio scolastico: è una riflessione profonda sull'etica del lavoro, sul coraggio civile e sull’attualità della legalità.

Grazie al progetto "La Voce della Giustizia" promosso da Frate Indovino, gli studenti hanno avuto l’occasione di conoscere la figura di Livatino e scoprire quanto i suoi valori possano parlare anche al loro mondo, fatto di tecnologia, studio e futuro.

La loro lettera immaginaria al giudice si fa voce di una generazione che si interroga sul significato dell’onestà. I ragazzi riconoscono in Rosario un modello di rigore, coerenza e coraggio, qualità che non appartengono solo ai magistrati, ma a ogni cittadino che sceglie ogni giorno di rispettare le regole.

"Essere tecnici della giustizia" — scrivono — significa applicare i valori dell’integrità anche nei gesti quotidiani: non barare a un compito, essere corretti nel lavoro di gruppo, affrontare ogni sfida con serietà. Il parallelismo tra l’attenzione meticolosa del tecnico e quella del giudice è chiaro: così come ogni circuito deve essere verificato con precisione, anche ogni decisione deve poggiare sulla verità.

Colpiti dal sacrificio di Livatino ma ispirati dalla sua umiltà e fermezza, gli studenti ringraziano Rosario per aver mostrato che la vera forza non sta nella violenza, ma nella giustizia applicata con dignità. La sua “scintilla” — scrivono — continua a brillare in chi sceglie di vivere con rettitudine.

Un messaggio maturo, concreto, che ricorda a tutti noi che la legalità non è un valore astratto, ma un impegno reale, accessibile, anche in un’aula scolastica o in un laboratorio tecnico.

La lettera immaginaria scritta dai ragazzi a Rosario Livatino

Carissimo Rosario,
siamo noi, la classe 5AEN, e ti scriviamo questa lettera un po' speciale. Forse ti chiederai cosa c'entrino dei ragazzi come noi, che tra poco si occuperanno di computer, motori o di come funziona un'azienda, con la tua storia. Ebbene, grazie al progetto "La Voce della Giustizia" di Frate Indovino, abbiamo avuto l'opportunità di "conoscerti" davvero, e credici, la tua vita ci ha lasciato un segno profondo.

All'inizio, per molti di noi, il tuo nome era solo un fatto storico, magari un po' distante dalla nostra realtà fatta di schede tecniche e circuiti. Poi, abbiamo iniziato a capire chi eri: un Giudice, sì, ma anche un uomo che ha usato la sua intelligenza e la sua preparazione per un obiettivo altissimo: la giustizia. E proprio questo ci ha colpito, anche noi studiamo per prepararci a un lavoro e il tuo esempio ci ha fatto capire che la competenza e la professionalità sono importanti, ma lo è ancora di più l'onestà e l'integrità con cui le mettiamo in pratica.

Abbiamo letto che eri un lavoratore instancabile, preciso, che non lasciava nulla al caso. In un certo senso, quasi come un tecnico che controlla ogni bullone, ogni cavo, per assicurarsi che tutto funzioni alla perfezione. Tu lo facevi con le leggi, con le indagini, per smascherare l'ingiustizia e la corruzione. Non ti sei fatto intimidire da nessuno, nemmeno dai più potenti e dai più violenti. Questo ci ha fatto riflettere su quanto sia importante la coerenza e la determinazione in ogni campo, anche nella vita di tutti i giorni.

La tua storia ci ha insegnato che essere "tecnici" della giustizia significa non solo conoscere le leggi, ma anche avere il coraggio di applicarle con rigore e senza paura. Ci hai dimostrato che la vera forza non sta nella violenza, ma nella verità e nel rispetto delle regole. E sì, ci ha stretto il cuore pensare a come ti hanno spento, ma il tuo esempio e la tua "scintilla" continuano a brillare e ad illuminare il percorso di chi, come noi, vuole un futuro più pulito e più giusto.

Sai, Rosario, anche in un istituto tecnico ci sono tante occasioni per mettere in pratica i tuoi insegnamenti. Che sia non copiare durante una verifica di matematica, non manomettere un programma meccanico, o essere onesti nel lavoro di gruppo: ogni scelta conta. Abbiamo capito che la "voce della giustizia" può essere anche la nostra, quando scegliamo la strada della legalità e dell'integrità in tutto ciò che facciamo.

Grazie, Rosario, per averci aperto gli occhi su una verità così importante.
La tua vita ci ha mostrato che si può essere competenti ed integri e che questi due aspetti, insieme, possono davvero cambiare il mondo.

Con ammirazione e gratitudine,
La classe 5AEN dell’I.T.T.S. “A. Volta” di Perugia