Nella Bibbia il forestiero è l’avventizio, l’immigrato,
lo straniero residente. Come l’orfano e la vedova
non ha diritti, è povero, sfruttato, senza radici, in
balia di tutto e di tutti. In difesa di queste categorie
sociali più emarginate interviene Dio stesso
che «rende giustizia all'orfano e alla vedova, ama
il forestiero e gli dà pane e vestito» (Dt 10,18). E poiché
anche gli israeliti sono immigrati e avventizi,
ospiti di Dio nella “Terra promessa”, a loro volta
sono chiamati ad ospitare lo straniero: «Amate
dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri
nella terra d'Egitto» (Dt 10,19). Prendersi cura dello
straniero, varare per lui leggi di protezione e di
promozione sociale rappresentava il segno della
“santità” di Israele. Oggi, nel mondo contemporaneo
occidentale, molti dei richiedenti asilo, dei
rifugiati, e degli altri immigrati, refluiscono facilmente
nella categoria degli “scartati”. Nella maggior
parte dei casi vengono confinati in quei tipici
“ghetti urbani”, dove trovano posto tutti i “rifiuti
umani” dei paesi ricchi. Molti rientrano nell’altra
categoria dei “nuovi schiavi”, lavoratori immigrati
impiegati e sfruttati a basso costo senza la protezione
di alcun diritto sindacale. La via della fraternità
i...