Economia solidale

Fraternità, una questione (di) capitale

lunedì 26 maggio 2025 di fr. Andrea Gatto
A Goa il Premio Internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia di fraternità

Che c’entra l’economia con Francesco d’Assisi, il Poverello che considerava il denaro lo sterco del demonio? Ebbene, se cercassimo una risposta convincente e seria a questo interrogativo sospettoso e pregiudicante, di sicuro troveremmo alcune risposte esperte e sapienti nell’impegno e nel genio di tanti giovanissimi che papa Francesco ha radunato ad Assisi nel 2020, sull’onda lunga della lettera enciclica Laudato Si’ per l’iniziativa Economy of Francesco. L’economia è una declinazione fondamentale della cura della casa comune. C’è solo da capire quale economia fa bene all’uomo, anzi all’intera comunità degli uomini. Non certo un’economia killer, ma un’economia realmente inclusiva e capace di ascoltare il bisogno di chi stenta ad avere persino il necessario per vivere. Questo è quello che l’insegnamento della Chiesa consegna come missione ai cristiani, soprattutto a partire dalla grande enciclica sociale Rerum Novarum di papa Leone XIII – e che già vibra nelle parole e nei desideri dichiarati del nuovo Leone.

Ma non solo Economy of Assisi!

Domenica 25 maggio, è stato consegnato il “Premio Internazionale San Francesco e Carlo Acutis - per un’economia di fraternità”, premio istituito ufficialmente nel 2020, «allo scopo di promuovere un rinnovamento dell’economia all’insegna dell’universale fraternità di tutti gli esseri umani, a partire dalla condizione e dagli interessi dei più umili e disagiati, nella prospettiva evangelica dell’unica paternità di Dio e del suo disegno di amore per tutti i suoi figli. Il Premio è finalizzato ad incoraggiare quei processi economici fraterni “dal basso”, in cui persone con scarse possibilità economiche, in qualunque parte del mondo, ma specie nelle regioni più povere, si mettono insieme intorno a valide idee progettuali, contando soprattutto sul “capitale della fraternità”» (dallo Statuto del Premio).

Francesco, con il gesto della sua spogliazione, non ha voluto demonizzare mercato ed economia, ma piuttosto inaugurare uno stile economico in cui quello che ho non è mio, ma è un dono da condividere. Da parte sua, il beato Carlo, talentuoso manager ante litteram di digital economy, sapeva che due paia di scarpe nuove erano sufficienti per due persone, non per una soltanto. E questa non è certo una semplice elemosina. Se do a un uomo un paio di scarpe, certo farò un favore ai suoi piedi nelle stagioni più fredde, ma gli sto anche donando l’occasione di mettersi in cammino. Ecco, il Premio nasce proprio in questo spirito, consentire a una realtà di economia “creativa” – che, per varie ragioni, non riesce a spiccare il volo – di mettersi in piedi e dare seguito e risorse al proprio progetto.

Come papa Francesco scrisse alla presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali Margaret Archer nel 2017, «mentre la solidarietà è il principio di pianificazione sociale che permette ai diseguali di diventare eguali, la fraternità è quello che consente agli eguali di essere persone diverse. La fraternità – e, ci viene da aggiungere, l’economia di fraternità – consente a persone che sono eguali nella solo essenza, dignità, libertà, e nei loro diritti fondamentali, di partecipare diversamente al bene comune secondo la loro capacità, il loro piano di vita, la loro vocazione, il loro lavoro o il loro carisma di servizio». Proprio di questo si tratta! Dei molti progetti che ogni anno giungono all’attenzione della Commissione del Premio, quello che spicca è l’originalità (per usare una parola cara a Carlo) della loro visione, a riprova dei vari e pluriformi carismi di servizio che chiedono una mano per far crescere la semina.

Amche quest’anno oltre 30 progetti da tutto il mondo sono stati presentati e vagliati con cura e rispetto. Il Premio è stato riconosciuto a Goa (India), al progetto HOPE, acronimo di Healing/Guarigione, Opportunities/Opportunità, Protection/Protezione e Empowerment. Leggiamone in breve la descrizione: si tratta di «un movimento dal basso, avviato da sette persone sotto 35 anni con lo scopo di fornire “empowerment” economico ai giovani sordociechi e vulnerabili e alle donne svantaggiate e sotto la guida di Caritas Goa. Il progetto formerà la comunità locale (parrocchie, enti civili, scuole, ecc.) di intervenire in favore di queste persone tramite una linea telefonica di emergenza (“Childline”) per garantire a coloro che si trovano in difficoltà accesso a un’assistenza immediata e un percorso di reinserimento ed empowerment a lungo termine. I beneficiari del progetto saranno istruiti nell’utilizzo delle risorse naturali e locali (principalmente fibre di banana, gusci di cocco e carta riciclata) per produrre carta igienica ecologica, sapone e altri prodotti artigianali che vengono esposti e venduti negli alberghi 5 stelle con cui già è stato stabilito una partnership di economia fraterna in questa terra di bellezza naturale, che riceve 10 milioni di turisti ogni anno. Così saranno salvati anche 2000 alberi. Tramite Project HOPE, e nell’Anno Giubilare della Speranza 2025, i giovani change-makers mirano a creare un modello per le comunità locali, lo Stato di Goa e l’intera nazione di India, dove il Governo sta togliendo tale assistenza, in favore delle persone svantaggiate e vulnerabili». Un progetto che risponde a criteri fondamentali di economia fraterna, che punta al valore del “capitale umano” nelle periferie della casa comune, alle forze creative dei più giovani, innovativo ma al contempo sostenibile sul piano ambientale.

Il premio è stato consegnato nella gioia e nella concitazione dell’annuale festa del Santuario della Spogliazione, alla presenza di Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, del ministro generale dei frati Minori Cappuccini fra Roberto Genuin, della presidente della regione Umbria Stefania Proietti e dell’imprenditore Brunello Cucinelli. A ritirare il premio don Sanford Rodrigues, un sacerdote della diocesi di Goa, che ha detto il suo grazie soprattutto a nome dei tantissimi giovani che con il loro talento sono stati capaci di generare questo capolavoro di economia fraterna.

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