Condividiamo la testimonianza che ci racconta fra Pierpaolo Maria, della nostra fraternità di Viterbo. Il volontariato alla mensa Caritas è un servizio che portiamo avanti da diversi mesi e le persone ormai hanno imparato a conoscerci e oggi più che mai ci ringraziano perché ci sentono vicini in questo momento di tribolazione.
Ogni momento che trascorriamo assieme con i fratelli è prezioso, perché è un momento in cui riscopriamo Gesù nel prossimo. Quelle che facciamo in questi giorni “speciali” sono esperienze forti, che valgono una vita, e vorrei raccontarvene una.
Erano i primi giorni di entrata in vigore delle disposizioni dovute all’emergenza sanitaria (misurazione della febbre agli ospiti e volontari, ingresso agli ospiti pochi alla volta, distanze di sicurezza da rispettare, e persone fuori che aspettavano di consumare il loro pasto caldo che non vedevano l'ora di entrare alla mensa...) Era una situazione particolarmente surreale e forse le persone non realizzavano quello che stava accadendo e che sta accadendo anche oggi.
Come da disposizione infatti le persone venivano fatte entrare un po' per volta, a dieci a dieci e questo creava un po' di disappunto tra gli ospiti... sembrava una rincorsa al cibo, tutti avevano fame e nessuno voleva aspettare il proprio turno per entrare. Ho pensato allora a Gesù nel deserto dove veniva tentato da Satana: fa' che queste pietre diventino pane...e ho iniziato seriamente a comprendere il vero significato di quel vangelo. “La gente ha fame, e non di solo pane”, mi ha detto un signore mentre gli servivo il piatto, “tutti hanno paura di questo corona virus, ma mi dica lei padre, dove stanno i valori di una volta, un tempo ci asciugavamo le lacrime a vicenda oggi dovremo stare ad un metro di distanza... sa che le dico: preferisco morire amando che morire solo e abbandonato." Che testimonianza grande e quanta fede quel povero uomo: avessi io un po' di quella fede!!!