Negli anni ’80 un’impresa costruisce 10 villette su un lotto di circa 5.500 m² e realizza una strada privata a fondo cieco dotata di tutti i servizi di urbanizzazione primaria e secondaria che collega il lotto alla strada comunale; per questa strada dismette più di 1.350 m² di terreno spendendo circa 38.000 euro.
Ora uno dei dieci proprietari acquista un terreno di 1.400 m² confinante con tale strada, che però ha accesso da tutt’altra parte, chiude per propria scelta e comodità tale accesso precedente al fondo e apre un passo carrabile sulla strada privata senza nulla chiedere e dare agli altri 9 proprietari, rendendo così il suo lotto urbanizzato. Quali obblighi aveva il proprietario che ha acquistato il nuovo lotto nei confronti degli altri 9 proprietari? Per stabilire il valore del nuovo passo carrabile di cosa si deve tenere conto?
Lettera firmata
La strada privata asservente diverse proprietà, anche detta “vicinale”, è soggetta al regime della “comunione” tra i vari proprietari, cc.dd. “comunisti”, i quali sono tutti (ed in egual misura) abilitati ad utilizzarla, a manutentarla, a custodirla ed a vigilarla.
Qualora un proprietario (o più proprietari, ma non tutti) decida di modificare la predetta strada, senza che vi sia un previo accordo tra tutti gli utilizzatori, questi potranno opporsi, vietare la modifica e, qualora si producano dei danni, ottenerne il ristoro.
L’entità di questo ristoro, ovvero il valore della modifica occorsa al bene comune, è stabilito unicamente dal Giudice, in base a tutti gli elementi di prova che gli utilizzatori reputeranno utili portare alla sua attenzione, compresi i denari impiegati (ovvero, il valore dei beni impegnati) per la costruzione (e quindi per il pari bisogno di tutte le servite proprietà) della strada comune.
