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Frate Indovino

Voce Serafica Assisi

San Francesco Profeta attuale del Cristo

13 ottobre 2022
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Otto secoli fa un giovane di Assisi, Francesco di Pietro di Bernardone, a sigillo del suo percorso di conversione riceve dal crocifisso di San Damiano il mandato: «Francesco, va’, ripara la mia casa, che, come vedi, è tutta in rovina». Il suo cammino di fede si era illuminato e orientato nell’episodio dei lebbrosi, al quale farà riferimento nel Testamento: «Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo» (FF 110).

Il suo uscire dal mondo è esemplificato nel gesto della spogliazione, che Francesco compì davanti al padre, Pietro di Bernardone, al popolo e al vescovo di Assisi, Guido. Il padre lo aveva citato in giudizio perché aveva venduto le migliori stoffe della sua bottega per raccogliere denaro da distribuire ai poveri e ricostruire la chiesetta di San Damiano. La citazione del genitore era ben fondata: quei beni erano, di fatto, beni paterni! Il vescovo, nel suo ruolo di giudice del tribunale ecclesiastico, chiese a Francesco di restituire il denaro. Il giovane Francesco restituì allora al padre non solo i soldi ma anche i vestiti, rimanendo nudo. La radicalità e la risolutezza di Francesco sono descritte lapidariamente dal suo primo biografo, Tommaso da Celano:

«Comparso davanti al vescovo, Francesco non esita né indugia per nessun motivo: senza dire o aspettar parole, si toglie tutte le vesti e le getta tra le braccia di suo padre, restando nudo di fronte a tutti» (FF 344).

Francesco, con quel gesto, non intendeva semplicemente risarcire il padre terreno dei suoi beni, ma manifestare al mondo la rivoluzionaria scoperta della propria identità di figlio di Dio, il Padre celeste. In quel preciso momento Francesco interruppe per sempre la sua vita legata alle realtà terrene, per iniziarne una nuova protesa solo alle realtà celesti.

La nudità di Francesco aveva come modello la nudità del Bambino di Betlemme e del Cristo sulla Croce. Francesco rimase mimeticamente legato fino agli ultimi istanti della sua breve esistenza a questa icona del Figlio di Dio, fin quando prossimo a morire ordinò ai suoi frati: «Quando mi vedrete ridotto all’estremo, deponetemi nudo sulla terra». Francesco d’Assisi è così monito anche oggi, per noi cristiani del terzo millennio, a non illuderci di far posto concretamente al Signore nella nostra vita senza prima averla svuotata dei suoi vecchi e ingombranti abiti interiori.

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