Il punto

Il calendario dell’Avvento

mercoledì 10 dicembre 2025 di Anna Langone
L’almanacco più breve dei nostri tempi compie 117 anni… e non li dimostra

È il calendario più breve, ma segna l’attesa più lunga, quella del Natale. Sono tanti i simboli delle feste di fine d’anno, soltanto il calendario dell’Avvento però torna ogni primo dicembre, a precedere tutti i riti e le consuetudini di un periodo elettrizzante per i bambini e frenetico per gli adulti. Nessuno sfugge a questa sorta di agitazione collettiva che, pur cambiando aspetto nel tempo, risente ora delle angosce per le guerre sparse per il mondo. Anche in tale contesto quelle 24 porticine da schiudere una al giorno, da inizio mese fino alla Vigilia di Natale, diventano presenze amiche, per insegnare ai bambini la pazienza, premiandoli con un solo biscotto, un cioccolatino, o un giocattolo per volta. Da fine anni Cinquanta, quando lo speciale almanacco è diventato un prodotto commerciale destinato anche agli adulti, dentro ogni casella (ma anche cassetto) sono comparsi profumi, piccola bigiotteria, sorprese di ogni tipo. Per non parlare delle forme più svariate, dall’abete decorato ai personaggi dei cartoons.

Vi sono tuttavia famiglie che costruiscono in casa i calendari dell’Avvento, creazioni artigianali l’una diversa dall’altra, che ospitano dolci scelti fra quelli meno “zuccherati”, accompagnati spesso da bigliettini con versetti della Bibbia, frasi delle canzoni natalizie, ma anche espressioni d’affetto. Il modo migliore questo per ricollegarsi alle origini dell’invenzione, risalenti al 1908, quando il tipografo tedesco Gerhard Lang trasformò in calendario murale una tradizione riservata ai piccoli di casa, quella di scandire con un dolcetto al giorno il tempo rimanente per il 24 dicembre, il sospirato scambio di doni sotto l’albero. Non sarebbe da escludere però la nascita del calendario dell’Avvento datata al 1839, quando il pastore Johann Hinrich Wichern, direttore dell’orfanotrofio di Amburgo, mise delle candele su di una ruota di legno ed ogni sera, prima dell’Avvento e fino al Natale, ne accendeva una insieme ai piccoli, pregando e cantando. Tuttavia, prevalse l’idea di Lang, guidato dai ricordi d’infanzia, quando da fine novembre assillava la mamma con la stessa domanda: “Ma quando arriva Natale?”. La donna, per placare l’ansia di Gerhard, un anno preparò dei profumatissimi biscotti speziati e ne ripose uno per ciascuno dei 24 sacchetti appesi al camino. Il bimbo si divertì ad aprire ogni mattina quel piccolo scrigno di bontà ed imparò, dal numero dei sacchetti, quanti giorni mancavano al Natale. L’oggetto poi venduto da Lang nella sua libreria ebbe la forma di un orologio, con le lancette da spostare giorno per giorno dal 1° al 24 dicembre. L’innovazione più significativa, le persiane numerate sul calendario, arrivò soltanto nel 1920: fu opera di un sacerdote inglese che, dietro le piccole imposte di ogni casella, nascose una figura religiosa.

Un’idea che ritroviamo nei Calendari dell’Avvento di Frate Indovino, colorati e curatissimi pannelli di cartone con 24 soggetti fra i più suggestivi della Natività, fra questi i presepi del Nord Italia che annunciano il Natale di quest’anno.

Tratto dal Mensile di "Frate Indovino", n.12, 2025