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In attesa del 25 dicembre… presepe o albero?

14 dicembre 2023
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Con l’arrivo del Natale, l’attesa della festa si colora dei contorni simpatici di un’antica diatriba tra alberisti e presepisti, ossia tra coloro per cui l’unico addobbo pensabile in casa è rappresentato dall’albero decorato e quelli per i quali non è Natale se non c’è il presepe.

Il confronto tra le due fazioni si muove tra chi ama gli addobbi luminosi da attaccare ai rami e chi invece preferisce la poesia delle statuine tramandate nel tempo. Ci pare che entrambi gli allestimenti natalizi abbiano il loro valore sia in famiglia che nelle nostre comunità. Hanno, infatti, la capacità di riunire intorno ad un progetto tutti i componenti. Quel che conta davvero è dunque lo spirito con cui ci si predispone all’arrivo del Natale, anche allestendo gli addobbi. Così se le palline appese ai rami e i pastori sono quelli degli anni precedenti, pure un po’ scassati, la magia vera nasce dal fatto che ogni componente della famiglia li riconosce e ne sa raccontare la provenienza e la storia. La vita dei Natali di una famiglia è – tutta o molta – in quelle scatole piene zeppe di nastri colorati e personaggi dalle mille fattezze. Abbandonate le armi dialettiche tra sostenitori dell’albero e quelli del presepe, vogliamo dunque sottolineare il valore di condivisione della preparazione della festa.
D’altra parte, se è vero che adornare abeti ha origine da culti pagani praticati nell’Europa settentrionale, è pure certo che con il teologo luterano Oscar Cullmann, viene teorizzato il fatto che l’albero di Natale possa rappresentare non solo il rinnovarsi della vita, come professato dai Celti, ma anche l’abbondanza del Paradiso. Per questo Martin Lutero fece dell’abete addobbato con le candele accese un simbolo della luce donata da Gesù all’umanità.
Presto anche tra i cattolici si è diffusa la tradizione dell’abete di Natale e non è un caso che anche oggi il più suggestivo per i credenti sia quello posto ogni anno in piazza San Pietro. Il primo albero fu dono di un contadino polacco a Giovanni Paolo II nel 1982. Fu trasportato con un camion fino a Roma e posto, per volere del pontefice, nel colonnato del Bernini. Oggi, accanto ad esso, in piazza San Pietro ogni anno fa bella mostra di sé un presepe, allestito e donato da comunità e artisti differenti.
La cura e il lavoro artigianale, oltre che il messaggio che si vuole affiancare a quello della nascita di Gesù, rende ogni opera unica e speciale. Ogni presepe suscita, dunque, curiosità e riflessioni diverse nei pellegrini che vengono a vederlo. Tutti però hanno la capacità di rinnovare l’attesa di quel Signore che ha scelto di farsi bambino per noi.
Che aspettiamo dunque? Non resta che addobbare anche la nostra casa in attesa del Natale. Che sia albero o presepe, resti sempre qualcosa di condiviso e un’occasione per… fare famiglia. Buone feste a tutti!

Barbara Baffetti

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