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Benedetto XVI, la modernità della fede

31 dicembre 2022
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Della breve visita di Benedetto XVI ad Assisi, il 26 ottobre 2011, resta impressa nella memoria la foto del Papa nel pulmino con gli altri leader religiosi. Eppure, c’è un elemento in quella giornata, voluto proprio dal Papa, che racconta più di tutti chi fosse Benedetto XVI: l’ora e mezza di preghiera in silenzio, svolta da ognuno personalmente, a seguito di un pranzo frugale che, in fondo, era il segno della fraternità francescana.
Benedetto XVI andava ad Assisi per ricordare il 25esimo del primo incontro delle religioni, e lo fece a modo suo. Ma in nessun modo cambiò lo spirito dell’evento. Anzi, ci aggiunse quel tocco in più, quel momento di preghiera, che forse è la summa migliore del suo pontificato.

Giunto al termine del suo pellegrinaggio terreno, è facile pensare a Benedetto XVI in termini di attività politica, diplomatica o di governo. In fondo, tutte le analisi partono da lì. Eppure, Benedetto XVI ha trasceso tutte queste categorie. Cristo era prima di tutto il centro, tanto che chiarì subito, a inizio pontificato, che il suo compito non era altro che ascoltare Cristo, e che da Cristo tutto doveva scaturire.  
Non si comprende Benedetto XVI se non si comprende che ogni gesto, ogni scelta, veniva da due momenti: una preghiera profonda, e poi la conoscenza della storia, la vita e le tradizioni della Chiesa. Così profonda da renderla viva, in ogni gesto.

Era questo senso di adorazione, di stupore di fronte all’incontro con Cristo, che probabilmente lo avvicinava di più a san Francesco, e che si rispecchia proprio nella scelta di includere, ad Assisi, un momento di preghiera personale e silenziosa. Da lì, nasce un totale affidamento a Dio, una umiltà che gli dà la libertà di rinunciare al pontificato, diventando il primo Papa emerito della storia, aprendo una strada per quanti verranno dopo di lui. 
Una modernità incredibile, se ci si pensa oggi, che paradossalmente è venuta da un Papa considerato da tutti conservatore. Questa modernità, però, nasceva solo da una fede incrollabile. E questa fede è la più grande eredità lasciataci da Benedetto XVI.

di Andrea Gagliarducci

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