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Frate Indovino

Voce Serafica Assisi

Fratello Covid - “Conventino santa Chiara”

30 aprile 2021
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Non tutti i mali vengono per nuocere, si dice spesso. Ed accade davvero. Siamo stati ricoverati per Covid all’ospedale dell’Aquila, fra Luca e io. Un fatto non da poco è che abbiamo avuto solo febbre e un po’ di tosse, senza i disturbi né i danni gravi che questo virus causa a molte persone. Stiamo baciando per terra e ringraziando Dio.


La nostra situazione clinica era molto simile e gli operatori hanno avuto la sensibilità di metterci insieme nella stessa stanza. A chi ci chiamava per telefono rispondevamo: “qui conventino di santa Chiara 2”. Abbiamo potuto pregare con calma le ore canoniche, nella forma semplice prevista per quando non si può leggere fitto. Abbiamo fatto belle chiacchierate.
Con il personale abbiamo constatato come basta poco per aprire buoni rapporti. Facevamo discretamente qualche domanda sulle condizioni di lavoro, se uno abita lontano, se è stabile o precario e cose meno impegnative. È nato un bel rapporto. Abbiamo potuto anche scherzare. All’infermiera che, durante uno degli innumerevoli prelievi quotidiani, ha osato constatare: “certo che vi stiamo togliendo un bel po’ di sangue, vero?” si è potuto rispondere: “beh, quando usciamo di qui dovremo passare in cantina”. Nella mattinata i due che passavano a sistemare i letti trovavano che noi, secondo le nostre abitudini fratesche, avevamo già sistemato. Due coppie di loro ci hanno detto: “restate ancora. Noi qui nella stanza vostra ci riposiamo due minuti”. Effettivamente la nostra situazione era tranquilla, anche dal punto di vista medico. Ma abbiamo domandato come stavano le cose in altre stanze: ci sono tre sezioni diverse di Covid con situazioni molto pesanti e gli operatori da una all’altra devono cambiarsi, quindi non possono farlo frequentemente. Dentro alle tute si suda, non puoi neanche soddisfare le necessità fisiologiche. Non è esattamente un lavoro normale. Molti di loro sono assunti per sei mesi e dopo non sanno. Hanno dimostrato di gradire il nostro interessamento. All’uscita ci hanno detto “veniteci a trovare”. Almeno ci si potrà affacciare alla porta e fare una telefonata. Per me, che ho cominciato il mio servizio di cappellano direttamente con questa situazione di blocco, che non ci permette di andare nei reparti e finora ho potuto solo celebrare Messa, è stata una bella apertura di porte.
Certamente avremmo preferito non prendere questo virus, ma sarebbe disonesto lamentarsi. Di tutto ringraziamo Dio, gli operatori, i confratelli che ci hanno accompagnato con la preghiera e per tutti la ricambiamo volentieri.

Appio Rosi

L’Aquila 28 aprile 2021

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