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Gen Verde - La musica che accende la pace

20 febbraio 2023
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Gen Verde è un gruppo tutto al femminile che si prefigge come obiettivo di dar voce alle persone di questo tempo, ai popoli e alla storia dell’umanità, chiamati a vivere la fraternità universale.
Da oltre mezzo secolo ha girato il mondo con più di 1500 spettacoli e concerti. È composto da 19 artiste di 14 Paesi, ha al suo attivo 70 album prodotti in 9 lingue e, ad oggi, ne hanno fatto parte 147 componenti tra musiciste, cantanti, tecniche, attrici e danzatrici.
Una band che si è esibita in eventi internazionali e interreligiosi, come “First Earth Run”, promosso dall’ONU e dall’UNICEF a New York per l’Anno Internazionale della Pace (1986), ma anche al Parlamento Europeo. E ancora per la Giornata Mondiale della Pace a Seoul (1984) e ad Assisi (2011). Nel 2019 i concerti e i workshops del Gen Verde hanno fatto parte del programma ufficiale della Giornata Mondiale della Gioventù a Panama.
Talento, internazionalità, ricchezza culturale e sperimentazione artistica sono i punti di forza di questo gruppo di Artiste che porta un messaggio di pace di dialogo e di fraternità attraverso la musica, e attraverso workshop con giovani di tutto il mondo.


Marita Álvarez è di La Pampa, in Argentina, ed è una delle voci del Gen Verde, ma lavora anche per la promozione dei tour del gruppo e nella comunicazione, e fa parte del team che monta e smonta il palco prima e dopo i concerti.
Com’è nata l’esperienza del Gen Verde?


Il Gen Verde è una espressione artistica del Movimento dei Focolari. Attraverso le canzoni, i concerti, le parti teatrali, i workshop con i ragazzi, cerchiamo di portare un messaggio di pace, fraternità, unità… amore.
Il gruppo è nato nel 1966 da un regalo di Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari: una chitarra e una batteria verde a un gruppo di ragazze e una chitarra ed una batteria rossa ai ragazzi che, in quel momento, abitavano tutti nella cittadella di Loppiano. Questo è l’inizio del Gen Verde e del Gen Rosso. Regali che nascono da un’intuizione: attraverso la musica si possono portare i valori del Vangelo e arrivare ai cuori delle persone.
I primi passi il Gen Verde li ha mossi nella città del Valdarno, a Loppiano, dove ha la sua sede. Poi ha cominciato a suonare in tutta Italia, poi Europa e in giro per il mondo. Da quei primi tempi ad oggi sono passate quasi 150 componenti di circa 35 Paesi. Oggi siamo 19 donne di 14 Paesi.

Quanto è importante per te la musica?

La musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale per me. È come se le canzoni e le melodie siano una scusa per avvicinarmi a Dio, contemplare e poi vivere, mettere in pratica la sua bellezza nella mia vita quotidiana. Poi, facendo parte del Gen Verde, mi accorgo di essere uno strumento per far arrivare a tutti un messaggio di armonia e amore, per… accendere la pace.

Una curiosità. Qual è la vostra organizzazione?

Essendo in 19, è davvero difficile dirlo. Ognuna di noi ha tanti e diversi compiti. Per esempio, io sul palco canto e ballo, ma poi lavoro anche nella logistica e nella comunicazione. Diciamo che Gen Verde è un organismo complesso, a volte faticoso, ma sempre entusiasmante.

Il 24 febbraio vi esibirete al teatro Lyrick di Assisi, nella serata-evento FRATELLI TUTTI - MUSICA PER LA PACE…

Siamo onoratissime di far parte di questa vostra importante manifestazione. A un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina vogliamo lanciare un appello forte, un richiamo a essere costruttori di ponti, vogliamo dare voce a chi non ha voce in nome di un Dio il cui nome è Pace. Quale posto migliore di Assisi, luogo della spiritualità francescana, spiritualità del dialogo e dell’unità.

***   ***   ***

Alessandra Pasquali è italiana, di Roma. Oltre a svolgere sul palco il ruolo di cantante e attrice, insegna teatro nei workshop artistici dedicati ai giovani. Anche lei lavora per la promozione degli eventi del gruppo, monta e smonta il palco. In più… è una delle camioniste.
Qual è la vostra “missione”?


Ognuna delle componenti del Gen Verde ha conosciuto il Movimento dei Focolari nella sua città: io a Roma, Marita a La Pampa, le altre a Seoul, a San Paolo... e da lì abbiamo sposato questo stile di vita, che ci ha portato poi a fare delle scelte forti, totalizzanti.
Lo stesso cerchiamo di fare con il gruppo Gen Verde. La prima cosa che a noi interessa è vivere la fraternità. Siamo di tante nazioni, viviamo e lavoriamo insieme quotidianamente. Quindi, è possibile un orizzonte comune, la convivenza pacifica. Tutto questo lo testimoniamo in tutto il mondo.
Crediamo fermamente in un mondo più giusto per tutti e che il male non può e non deve avere l’ultima parola. Abbiamo trovato un tesoro che è fatto di unità e sentiamo la spinta a raccontarlo a tutti! Lo facciamo in vari modi: il Gen Verde fa concerti, ma anche laboratori liturgici e artistici (teatro, danza, canto, percussione), tutto per arrivare a più gente possibile per testimoniare che Dio ama proprio tutti!
“Che tutti siano uno” è la frase del Vangelo che Chiara Lubich ha preso come missione di vita. Noi non solo la condividiamo, ma la viviamo.

L’arte e la musica in particolare hanno un ruolo nell'evangelizzazione?


Il Gen Verde ha una tradizione di musica liturgica molto conosciuta in Italia, ma anche nel mondo, a cui teniamo tanto perché per noi il canto nella messa è un modo per pregare e far pregare. Per questa ragione abbiamo scelto di realizzare laboratori liturgici. Per animare la Messa insieme ai cori che ci chiamano.
Se vuoi evangelizzare devi arrivare a tutti! Ci teniamo a fare musica che possa arrivare a ogni persona, non solo attraverso le parole ma anche attraverso gli stili. Nei nostri concerti c’è musica pop, rock e anche ritmi internazionali.
Negli anni, a tutti i ragazzi che passavano da noi, a Loppiano, abbiamo chiesto: cos’è che vorreste sentire nelle nostre canzoni? Cos’è che vi sta più a cuore? Cos’è che non vi fa dormire la notte? Abbiamo fatto tesoro delle loro risposte e le nostre canzoni hanno dentro questo scambio di esperienze. Inoltre, abbiamo dedicato brani alle grandi figure che ci hanno ispirato: Chiara Lubich, Oscar Romero, Martin Luther King...
Siamo sempre di più consapevoli di quanto le discipline artistiche siano un mezzo potente per formare giovani e adulti alla conoscenza di sé e all’apertura verso l’altro da sé, percorsi necessari alla costruzione di una nuova umanità che invece di scontrarsi decide finalmente di abbracciarsi.

Una delle attività che vi sta più a cuore, è lo Start Now Workshop Project, laboratori artistici di teatro, danza, canto e percussione, all'interno dei quali preparate i giovani a salire sul palco con voi, nei vostri concerti…

È un progetto nato da un’esperienza fatta anni fa in Terra Santa, dove nelle città di Haifa, Betlemme, Gerusalemme e Nazareth abbiamo lavorato in laboratori con giovani arabo-cristiani, ebrei, musulmani, solitamente non abituati ad incontrarsi, proprio per la realtà particolare che si vive in quella terra tanto straordinaria quanto dolorosamente lacerata. Prima di iniziare, avevamo timore che le differenze culturali e religiose avrebbero creato problemi tra i giovani partecipanti... e invece abbiamo sperimentato come l’arte abbia non solo la potente qualità di arrivare al cuore, ma anche quella di mettere in dialogo senza troppe parole, proprio perché si crea insieme qualcosa che poi si dona al pubblico.
Teniamo tanto a questi laboratori perché viviamo momenti preziosi di scambio, relazione… unità.

Quale valore dai alla musica?

Ho un brano per ogni momento decisivo della mia esistenza! Per me la musica ha un valore curativo e penso ovviamente ad alcuni grandi artisti. Ma quando chi la crea, la canta o la suona vuole trasmettere l’amore di Dio… tutto può succedere. Una canzone ti può cambiare la vita.

Conosci il Calendario di Frate Indovino?

Certo! Sono stata una delle tantissime bambine italiane che quotidianamente andava sul vostro mitico calendario a guardare il santo del giorno e a leggere le varie rubriche. Su quelle grandi pagine colorate ho annotato i miei appuntamenti più importanti. Il volto accogliente e lo sguardo dolcemente vigile di Frate Indovino fa parte della mia vita.

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