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Poveri emigranti “salassati” due volte dalla matrigna Italia

25 settembre 2019
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Sono un emigrato dall’Italia al Sud Africa, dove mi trovo dal 1962 e come tale figuro iscritto all’AIRE.  Da qualche tornata ci è stato concesso il diritto di voto per elezioni politiche e referendum. Faccio notare che qui ci sono compaesani miei più numerosi che nel Paese dal quale sono giunti, però non abbiamo il diritto di voto per le elezioni amministrative. Naturalmente siamo schedati in Italia e l’AIRE ci “aiuta” facendoci pagare le tasse per proprietà intestate a nostro nome nel paese della passata residenza. Succede così – curiosamente – che un cittadino italiano residente in Italia che avesse comprato una qualche proprietà fuori dall’Italia, non ha bisogno di dirlo a nessuno e in tal modo risparmia tasse che pagherebbe se questa proprietà fosse in Italia. Per noi emigranti ed emigrati italiani, che per un motivo o per l’altro inviamo regolarmente denaro in Italia, siamo obbligati a pagare fior di tasse maggiorate per giunta sulle proprietà delle quali siamo rimasti titolari in Italia (vedere alle voci “seconda casa”). Quando l’allora Presidente Ciampi venne in visita, facemmo presente il paradosso,. Ci promise un suo intervento. Nessuno ha naturalmente visto niente. Chiedo all’avvocato se non ci sia modo di far qualcosa perché finisca questa sgradevole musica che si accanisce due volte contro gli emigranti (costringendoli a far le valigie e poi a pagare tasse ancora più salate per la casa che ci è rimasta al paesello).

Lettera firmata

L’iscrizione all’AIRE legittima la Sua posizione di residente all’estero e conseguentemente la Sua titolarità di beni all’estero non denunciate al fisco italiano.
Per quanto riguarda invece i beni che Lei possiede in Italia, essi sono soggetti alle imposizioni fiscali dello Stato come per tutti i cittadini italiani. Non vedo quindi una doppia imposizione fiscale né vedo alcuna costrizione nei Suoi confronti di vivere all’estero se non la Sua libera scelta ancorché motivata da necessità economiche.
L’Italia Le dà  il diritto di votare per le elezioni politiche e per il referendum in quanto si tratta di influire direttamente sulla nomina del Parlamento e sull’abrogazione o meno di leggi dello stato, mentre non le dà il diritto di votare alle elezioni amministrative delle singole Regioni in quanto Lei non è residente in nessuna regione d’Italia e quindi non è portatore di alcun interesse legittimo. Sarebbe come se si legittimasse al voto nelle elezioni amministrative un residente a Napoli a votare alle urne a Milano, Bergamo o in altro luogo a sua scelta.

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