Il nostro anti-eroe, Jim Townsend – la cui storia stiamo raccontando in questi brevi articoli di cronaca divino-umana – aveva sentito che le condizioni di vita erano meno severe al Rockview State Penitentiary di Bellefonte, per cui il suo piano era di comportarsi bene e ottenere così un trasferimento, lontano dal “Penn” (come lo chiamavano). Diviene custode della cappella e inizia a lavorare nell’ufficio del cappellano. Senza volerlo, fu la prima occasione che aveva di interloquire con altri prigionieri in modo personale. Ascoltò le loro storie e vi riconosceva molto della sua.
Proprio a Rockview, la svolta. Qui incontra il suo mentore, padre Richard Walsh. Nell’ennesimo tentativo di dimostrarsi un bravo ragazzo, un detenuto modello, entra nel terz’ordine francescano, ma questo lo “obbligava” a ricevere il sacramento della riconciliazione a scadenze regolari. È proprio dentro il confessionale che Jim spoglia la sua anima e scopre l’ombra del suo passato alla luce del Signore. Trova in padre Richard un “fratello” che ascolta la sua storia e la immerge nel perdono e nella compassione. Gli incubi che dal ‘47 lo tormentavano pungolando il suo rimorso con visioni di sua moglie che porta un piccolo bimbo tra le braccia, cessarono.
Dopo 20 anni di prigionia, Jim viene rilasciato per buona condotta e torna a Pittsburgh. Mantiene il legame con i fratelli del terz’ordine e tramite uno di loro viene in contatto con il primo frate cappuccino, fra Lester Knoll. Lester lavorava nel ministero delle vocazioni, che aveva sede nella fraternità di St. Francis a Brookline (Pittsburgh). Jim era stato ispirato, in prigione, dalla storia del trappista Thomas Merton e dal racconto della conversione che lo condusse in monastero. Fra Lester, tuttavia, si rende conto che era meglio per Jim fare un passo alla volta.
Comincia con l’essere “associato” ai fratella nella fraternità di Brookline, in modo che sia i frati che lui stesso potessero “saggiare” la sincerità di quella chiamata.
Jim fa il suo ingresso in noviziato il 6 febbraio 1972. Ha 45 anni e trascorre il suo anno di prova assieme a fratelli che hanno la metà dei suoi anni. Non ha mai avuto un atteggiamento paternalistico nei confronti dei più giovani, millantando una maggiore esperienza della vita. Si comportava con loro come un fratello, e loro stessi a oggi lo ricordano con un largo sorriso di benevolenza. Jim non ebbe modo di frequentare prima le scuole superiori, e aveva ultimato i suoi studi in carcere. In convento lavorava sodo e guidava i frati più giovani in mansioni che, per la loro età, avrebbero preferito scansare.
Con la sua prima professione dei voti nel 1973, fra Jim fu assegnato come addetto alla manutenzione del St. Fidelis High School Seminary a Herman, dove servivano braccia volenterose. Era particolarmente orgoglioso della lucentezza dei pavimenti su cui passava la cera e della pulizia delle auto. Trovava nella preghiera lo spazio costante della sua consolazione e una inedita pace interiore. Sperimentava gioia tanto nelle storie ascoltate nei parlatori quanto nel santo rosario snocciolato nel segreto della cappella. Fu il supervisore del programma di lavoro per gli studenti, e per quanto questi a un certo punto venissero a sapere i dettagli della sua “storia”, quello che ricordano è un frate amichevole e umile, che li trattava con rispetto e gentilezza. Se uno studente non sapeva come lucidare un pavimento, Jim gli insegnava. Se non lo faceva nel modo giusto, Jim lo faceva al suo posto; ma nessuno lo avrebbe mai sentito accusare o umiliare qualcuno per la sua inesperienza. Certo, si correva sempre il rischio di finire tra i protagonisti nei suoi racconti, ma parlava di tutti sempre con un sorriso bonario e un grandissimo rispetto per le umane differenze.
La sua professione perpetua fu la naturale conclusione del suo percorso formativo: preghiera e vita fraterna ne erano i capisaldi. La fraternità cappuccina riconobbe in lui la grazia di Dio e la chiamata che erano all’opera nel suo cuore ormai da vent’anni. Tornato nel suo vecchio noviziato per coordinare il lavoro dei fratelli novizi nel 1975, l’anno dopo fu consacrato cappuccino per sempre.