Siamo 3 fratelli. Io sono la maggiore. I nostri genitori sono morti molti anni fa. Alla loro morte, fatta stimare la casa paterna, dove io vivo ancora adesso, ho dato agli altri due il terzo del valore della stima loro spettante. Il quesito è il seguente. I fratelli sono sposati e con figli; io sono nubile. Avendo chiesto un po’ in giro di sapere qualcosa circa i termini legittima e disponibile, mi è stato detto che nel testamento, nella mia condizione civile, non sono tenuta a rispettare tali vincoli, cioè posso fare liberamente come voglio. Ciò risponde al vero? Se uno dei due non fosse contento, potrebbe impugnare il testamento? E posso spiegare il perché del mio operare in tal modo?
Lettera firmata
La legge italiana protegge i congiunti più stretti limitando la libertà di disporre con il proprio testamento: nella successione testamentaria infatti una parte del patrimonio deve essere “riservata” a determinate persone dette “legittimari” ( coniuge, figli, genitori) e ciò anche se contrario alla volontà del testatore. La quota disponibile può quindi essere definita quella parte del patrimonio caduto in successione della quale il testatore può liberamente disporre, senza alcun vincolo. Il codice civile quali siano le quote disponibili e quelle non disponibili. L'art. 570 c.c. dispone che “A colui che muore senza lasciare prole, né genitori, né altri ascendenti, succedono i fratelli e le sorelle in parti uguali” ma solo in assenza di testamento.