NOVEMBRE - La conversione del cuore
LA CONVERSIONE DEL CUORE
Il giubileo è un segno di riconciliazione, perché apre un «tempo favorevole» per la propria conversione. Si mette Dio al centro della propria esistenza, muovendosi verso di Lui e riconoscendone il primato. Concretamente, si tratta di vivere il sacramento della riconciliazione, di approfittare di questo tempo per riscoprire il valore della confessione e ricevere personalmente la parola del perdono di Dio.
Come diceva un autore del II secolo: «Fratelli, prendiamo questa bella occasione per far penitenza, e mentre ne abbiamo tempo, convertiamoci a Dio che ci ha chiamati e che è pronto ad accoglierci». Nel riconoscerci peccatori percepiamo simultaneamente lo sguardo di Dio che perdona. È uno sguardo di misericordia che provoca il dono delle lacrime. È l’esperienza che apre a una nuova vita e porta alla frantumazione del nostro cuore indurito. La consapevolezza delle meraviglie che il Signore opera per la nostra salvezza dispone la nostra mente e il nostro cuore ad un atteggiamento di gratitudine verso Dio. Da qui parte la nostra conversione: essa è la risposta riconoscente al mistero stupendo dell’amore di Dio. Al contrario, il rischio corrente nelle pratiche giubilari potrebbe essere quello di trasformare la figura di Dio nella figura di un creditore che freddamente esige il pagamento del nostro debito.
Il giubileo esige la conversione anche di un modo purtroppo ancora abituale di pensare Dio. Le pratiche che vengono suggerite nell’anno giubilare non devono essere considerate un prezzo da pagare per avere il perdono di Dio, ma un modo di ringraziarlo per un perdono gratuito. Dobbiamo smetterla di immaginare un Dio che esige il pagamento di un debito, ma avvicinarci al Dio che condona il nostro debito in forza della morte e risurrezione di Gesù Cristo. La vera conversione è quando noi comprendiamo questo dono di amore di Dio e desideriamo ricambiarlo.