Tema del mese

GIUGNO - La fraternità

Un numero crescente di persone veniva attirato dalla schiettezza e veracità dell’insegnamento e della vita di Francesco. Due anni dopo la sua conversione, alcuni uomini si sentirono stimolati dal suo esempio a fare penitenza ed a unirsi a lui, rinunziando a tutto, indossando lo stesso saio e conducendo la stessa vita. [FF, 1429]

 

La conversione di Francesco fa notizia in Assisi. La gente lo prende per insensato e pazzo, ma c’è chi invece è fortemente attratto dal suo esempio di Vangelo vivente. Si associarono progressivamente a Francesco prima alcuni assisani e poi giovani di altri paesi, dando vita al primo nucleo della fraternità minoritica. Il primo compagno di Francesco fu Bernardo di Quintavalle, un ricco giovanotto di Assisi. Il secondo fu Pietro Cattani, un noto canonico della cattedrale di San Rufino. Il terzo fu Egidio di Assisi, uomo semplice, figlio di contadini. Il quarto fu Silvestro, prete e canonico della cattedrale di San Rufino. Quinto fu Rufino, parente di Silvestro e cugino di Chiara. Era già prete quando, nel 1210, seguì Francesco. Altri fratelli arrivarono poi anche da altre città: Filippo, Angelo, Leone, Masseo… Un giorno Francesco, Bernardo e Pietro Cattani entrano nella chiesa assisana di San Nicolò e aprirono il Vangelo tre volte, a caso, per conoscere la volontà di Dio sulla loro vocazione. Tre volte sortirono i brani in cui Cristo diceva ai Suoi discepoli di lasciare tutto e seguirlo. Francesco allora esclamò: «Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!». In seguito alla scelta di imitare alla lettera il modello di vita apostolico, stavano insieme, in assoluta povertà, vestendo una rozza tunica, cinta da un cordone. Trovarono dimora prima a Rivotorto, nel “Tugurio”, e poi alla Porziuncola, in capanni contadini con il tetto di frasche. Soccorrevano i lebbrosi e gli altri poveri, aiutavano la gente nel lavoro di ogni giorno, e a due a due andavano predicando il Vangelo. Nel 1212, a diciotto anni, si unì alla fraternità anche Chiara d’Assisi, che di lì a poco darà inizio al II Ordine francescano delle Clarisse nell’ospizio di San Damiano.

 

Francesco capiva fino in fondo la teoria del ringraziamento, il cui fondamento è un abisso senza fine. Sapeva che rendere grazie a Dio poggia sulle sue basi più solide quando non poggia su nulla

(Gilbert Keith Chesterton)

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