AGOSTO - Dal Sultano

Nel 1219 l’Ordine dei Frati Minori nati con Francesco d’Assisi si era notevolmente ingrandito. Due anni prima, nel capitolo generale del 1217, Francesco e i suoi frati avevano deciso la prima missione d’oltralpe e d’oltremare. Una seconda missione venne decisa il 26 maggio 1219 durante il capitolo di Pentecoste. Nel mese di giugno dello stesso anno Francesco si imbarcò per l’Oriente, insieme a un compagno, e si stabilì alla foce del Nilo, a Damietta, dove erano stanziati i crociati. Qui contro ogni preconcetto corrente che voleva lo scontro violento con gli infedeli, durante una tregua nei combattimenti della quinta crociata, Francesco volle incontrare in maniera pacifica il sultano d’Egitto Malik al-Kamil. L’atteggiamento umile e mite di Francesco portò al dialogo e al rispetto reciproco tanto che il Santo poté tornare indietro sano e salvo. Tommaso da Celano, il primo biografo di Francesco, scrive che il Sultano «rimase profondamente stupito, e lo guardava come un uomo diverso da tutti gli altri. Era molto commosso dalle sue parole e lo ascoltava molto volentieri». La tradizione della prova del fuoco dipende dalla Legenda maior di san Bonaventura e diverrà motivo iconografico molto diffuso nelle raffigurazioni artistiche della vita del Santo. Francesco – secondo il racconto di san Bonaventura –, davanti al Sultano avrebbe invano sfidato i savi dell’Islam all’ordalia del fuoco per dimostrare che lui a differenza loro poteva entrare fra le fiamme e con l’aiuto di Cristo non patire nessuna ustione. Durante il soggiorno in Oriente, Francesco contrasse una grave malattia agli occhi (il tracoma) che andò gradualmente peggiorando dopo il suo rientro in Italia.
