MARZO - Il sogno delle armi

Francesco fu partecipe della cultura e della mentalità del proprio ambiente sociale, in cui il figlio di un ricco mercante poteva aspirare a diventare un miles (cavaliere). Questa ambizione lo aveva spinto, ventenne,a partecipare alla guerra tra Assisi e Perugia e gli sembrò approvata da un sogno fatto la notte seguente a una sua buona azione verso un cavaliere caduto in povertà. Nel sogno gli veniva mostrato un grande palazzo pieno di armi, elmi, scudi, insegne. Alla domanda di Francesco di chi fossero quelle armature una voce gli aveva risposto che erano sue e dei suoi cavalieri. Risvegliatosi, a Francesco il sogno parve premonitore di una gloria militare. Decise così nell’aprile/maggio 1204 di partecipare alla quarta crociata e acquistare il titolo di cavaliere insieme alla gloria prefigurata dal sogno. Provò a raggiungere la corte del condottiero Gualtiero III di Brienne, in Puglia, per poi muovere con gli altri cavalieri alla volta di Gerusalemme. Partecipare come cavaliere a una crociata era a quel tempo considerato uno dei massimi onori per i cristiani d’Occidente. Tuttavia, giunto a Spoleto, Francesco cadde in preda ad uno strano malessere. Passò la notte nella chiesa di San Sabino e qui, in sogno, udì una voce misteriosa che lo invitava a “servire il padrone invece che il servo”. Fu l’inizio del cammino di conversione di Francesco, che ancora nel sogno chiese: “Signore che cosa vuoi che io faccia?”. Il Signore gli ordinò di tornare alla sua terra e seguire la volontà divina. Francesco rinunciò al proprio progetto di diventare cavalieree fece ritorno ad Assisi. Da allora egli non fu più lo stesso uomo. Lasciò definitivamente le allegre brigate dei vecchi amici per dedicarsi ad una vita di meditazione, preghiera e pietà, avvertendo nel suo cuore il desiderio di servire Dio solo.
