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La forza del bene

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La notizia dell’affidamento di una Missione in Amazzonia, comunicata agli inizi del 1909, mise “in fibrillazione”, come suol dirsi oggi, i Frati Cappuccini, ma non ebbe grande risonanza in mezzo alla gente umbra. Tuttavia, appena cominciarono ad arrivare le prime notizie e i primi resoconti che mettevano in evidenza la gravità dei problemi da affrontare, i Frati cominciarono ad attivarsi per chiedere solidarietà e collaborazione. Non erano tempi economicamente floridi, ma… la via del cuore è sempre la più breve, e la gente prese a rispondere con grande generosità. Le notizie che continuavano ad affluire servirono a mobilitare ancor più le coscienze e ad avviare un’azione ancor più capillare, coinvolgendo amici, benefattori, simpatizzanti, associazioni, persone di buona volontà vicine e lontane. Si moltiplicarono le iniziative, ci si affidò alla carta stampata per far conoscere l’ambiente, le situazioni, le difficoltà. Poi, con il ritorno dei primi Missionari per malattia o per periodi di riposo, cominciarono ad aprirsi sale parrocchiali, aule scolastiche, teatri, auditorium a tanta gente che voleva sentire dalla loro viva voce notizie di quel mondo lontanissimo e misterioso. Si cominciò così a creare attorno alla Missione amazzonica un interesse, un consenso, un alone di simpatia e di coinvolgimento che, con lo scorrere degli anni, ha varcato i confini dell’Umbria, raggiungendo, a macchia di leopardo, tutto il paese. Sono sorti gruppi di appoggio e di collaborazione quali “Le amiche dei lebbrosi” (anni ’50), “Comunità di San Fatucchio” e “Insieme Fratelli Indios” (anni ’80). Si è intessuta, con la creazione in Assisi di un Segretariato Missioni (1955), una rete di migliaia e migliaia di indirizzi continuamente informati e in stretto contatto con il centro; si è strutturato, ancora in Assisi, un visitatissimo Museo Etnico dell’Amazzonia, tra i migliori d’Europa; infine, con il Calendario Frate Indovino, l’informazione e il raggio d’azione hanno raggiunto il loro apice. Ecco, carissimi amici, in Amazzonia abbiamo ancora moltissimo da fare, e continueremo a confidare nella Divina Provvidenza e nelle sue vie misteriose. Ma ciò che mi preme dirvi in questo momento, dal profondo del cuore, e che vorrei scrivere con lettere d’oro e a caratteri cubitali, è questo: il “molto” che è stato fatto in questi cento anni è stato possibile grazie alla vostra disponibilità e alla vostra generosità, appartiene anche a voi; anche voi avete partecipato a scrivere questo secolo di storia luminosa, anche voi siete stati strumento che ha permesso a questa “forza del bene” di scorrere e di comunicarsi: e quella “corona di luce” che il Signore darà a chiunque “avrà offerto anche un solo bicchiere di acqua” è destinata anche a voi, e sarà vostra per sempre.


Testi liberamente tratti dall’Almanacco
“Frate Indovino 2009 - 100 anni in Amazzonia”
a cura del Rev. P. Mario Collarini

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