Tra l’incudine e il martello - man non mette chi ha cervello
Chiara apparteneva alla famiglia nobile e ricca degli Offreduccio di Assisi e, ancora adolescente seguiva incuriosita le vicende del giovane Francesco che aveva restituito ogni cosa al padre Bernardone, scegliendo una vita semplice povera. A diciotto anni, nella notte della Domenica delle Palme, Chiara lasciò casa e raggiunge il piccolo gruppo di frati minori alla Porziuncola, dove Francesco eseguì il rito della tonsura e lei pronunciò i tre voti di Obbedienza, Povertà e Castità. La famiglia di Chiara non si rassegnò e cercò di riportarla con forza nel mondo, ma senza successo. Francesco le aveva riservato come dimora il povero convento di San Damiano, dove venne raggiunta dalle sorelle Agnese e Beatrice, dalla mamma Ortolana e da un gruppo di donne.
Chiara, affascinata dal nuovo tipo di vita evangelica proposta da Francesco, voleva anche lei dare vita a una famiglia di claustrali radicalmente povere, come singole e come monastero, che vivessero del loro lavoro e di qualche aiuto dei frati minori, immerse nella preghiera per sé e per gli altri, al servizio di tutti, preoccupate per tutti. Saranno chiamate da Francesco “Povere Dame”, note come “Clarisse”. Francesco formulò per lei una prima Regola fondata sulla povertà. Chiara chiedeva per sé e per le sue Dame il privilegio della povertà e le toccò lottare e pregare tutta la vita per ottenerlo. Lo stesso Papa temeva per queste figlie, ma infine concesse alla santa l’approvazione della Regola per mezzo della Bolla che le consegnò proprio pochi istanti prima che ella ritornasse al Padre.
Chiara fu l’interprete più profonda della spiritualità francescana. Dormiva su un sacco, per cuscino aveva un tronco di legno, mangiava tozzetti di pane elemosinati, vestiva panni rozzi. Sulle orme di Francesco, ella diede origine, accanto ai frati minori, al Secondo Ordine francescano, cioè la comunità femminile. Chiara fu molto stimata dal mondo religioso e civile per la sua fermezza di carattere, la dolcezza d’animo, la carità con cui guidava la sua comunità e il sostegno che dava alle compagne.
IL CHIARORE PROMESSO
Nell’incipit della Leggenda, Tommaso da Celano imposta immediatamente il discorso sull’equa beatitudine dei due santi. Le prime parole sono, infatti, inequivocabili: “L’ammirabile donna, Chiara di nome e per virtù, nacque in Assisi da stirpe assai nobile; fu prima concittadina di Francesco in terra, per regnare poi con lui in cielo”. In terra come in cielo, per donna Chiara e uomo-nuovo Francesco c’è parità, equità, reciprocità necessaria, nobiltà interiore.
Tuttavia, c’è anche un di più per l’agiografo. Chiara porta con la sua vita un dono di luce per tutti e anche, quindi, per padre Francesco. È il “chiarore di lume promesso” da Dio Padre e dallo Spirito Santo, profetizzato alla mamma di Chiara, donna Ortolana, mentre era ancora incinta: “Non temere, donna; partorirai felicemente una luce che illuminerà intensamente il mondo stesso”.
Estratto da "Chiara, la donna che “illuminò il mondo” di Maria Luisa Rinaldi, Voce Serafica, Febbraio 2024