Nasce sulle Ande peruviane con due bracci sorgentizi, il Rio Maranhão e l’Ucayali-Urubamba. Dalla confluenza di questi due fiumi presso la città di Nauta, nel Perù, fino all’ingresso in territorio brasiliano, prende il nome di Rio delle Amazzoni, mitiche donne guerriere che Francisco Orellana racconta di aver visto nella sua avventurosa discesa del fiume dal Perù all’Atlantico (1541-1542); dall’ingresso in Brasile fino alla confluenza con il Rio Negro si chiama Rio Solimões (probabilmente dagli Indios Solimões o Solimoo che vi abitavano – per altri da Solimão, “veleno”, per le frecce avvelenate usate dagli Indios) e da qui alla foce ritorna ad essere Rio delle Amazzoni. Secondo per lunghezza, è il primo fiume al mondo per portata d’acqua (dai 60.000 metri cubi al secondo nei periodi di magra, ai 280.000 nelle forti piene). Lungo i 6280 km del suo percorso si arricchisce dell’apporto di circa 1.100 affluenti, dove vivono più di 2000 specie di pesci. Dopo il suo ingresso in Brasile, ha una larghezza che varia dai 3 ai 15 km e una profondità compresa tra i 30 e i 70 m, mentre il suo estuario misura oltre 200 km di larghezza. Lento e apparentemente calmo, è particolarmente insidioso per le sue sponde ripide e scivolose, per i vortici che qua e là si aprono, per le tempeste improvvise che vi si scatenano, per i tronchi enormi che trascina e gli imprevedibili banchi di sabbia affioranti. Nei periodi di piena può alzarsi anche di 10/15 m, allagando chilometri di foresta. L’enorme quantità di acqua che corre alla velocità di 3-8 km l’ora corrode continuamente le rive, forma e distrugge isole di chilometri di lunghezza, inghiotte piantagioni, case e villaggi. Ma nonostante questo, con le sue bonacce e le sue impennate, con la sua prodigalità e i suoi capricci, con i suoi segreti e la sua imponenza, il grande fiume, che i nativi chiamano Rio Mar, rimane l’unica condizione di abitabilità della foresta amazzonica: strada, dispensa, minaccia e prigione.