Il lavoro accorcia la giornata - ma allunga la vita
Felice nacque nel 1540 a Montegranaro, nelle Marche, secondo dei quattro figli di Girolamo e Teodora. A causa della povertà familiare, il padre lo mandò molto presto a lavorare come garzone presso un contadino che gli affidò il suo gregge. A diciotto anni, entrò nel noviziato cappuccino di Jesi come fratello laico ed emise la professione religiosa l’anno seguente, prendendo il nome di fra’ Serafino.
Da allora peregrinò per vari conventi della Provincia della Marca, fino a stabilirsi definitivamente ad Ascoli Piceno. Perfetto osservante della Regola e totalmente conformato alla spiritualità delle antiche Costituzioni dell’Ordine aveva con sé solo due «libri»: il Crocifisso e la corona del Rosario, con la quale si faceva messaggero di pace e di bene. Era letteralmente assetato di messe, di Eucaristia, di sacramenti, di preghiera, di patimenti. Innamorato dei misteri di Cristo e della Madonna, s’incantava a meditarli e si estasiava.
Avrebbe desiderato di essere posto di famiglia a Loreto o a Roma per poter servire molte messe ogni giorno. Negli uffici che esercitò di portinaio e di questuante, a contatto con i più svariati ceti sociali, sapeva trovare parole opportune per tutti e seppure analfabeta mostrava una sapienza celeste che stupiva i dotti e i teologi. Morì a 64 anni, in fama di santità.