Le parole di oggi

5ª p.a. S. GIUSEPPE da Leonessa sac. fr.

domenica 04 febbraio 2024
07.29
17.28

Dei vizi è regina l’avarizia

Eufranio Desideri nasce a Leonessa, nel Reatino, l'8 gennaio 1556, da una famiglia ricca e appartenente alla nobiltà del paese. I genitori, Giovanni Desideri e Francesca Paolini, muoiono a poca distanza l’uno dall’altro, quando lui ha 12 anni. Eufranio fu così accolto da uno zio paterno, a Viterbo, che ne curò l’educazione religiosa e culturale. Ammalatosi, ritornò a Leonessa dove cominciò a frequentare il convento dei Cappuccini, allora sotto la giurisdizione canonica della Provincia dei Frati Cappuccini dell’Umbria, maturando la volontà di entrare nell’Ordine.

A sedici anni, nel 1572, veste l’abito cappuccino nel noviziato delle “Carcerelle” di Assisi e l’anno seguente, a diciassette anni, fa’ la professione religiosa e prende il nome di fra’ Giuseppe. Prosegue gli studi teologici e viene ordinato sacerdote. Ricevuta, nel 1581, la “patente” di predicatore inizia a evangelizzare i poveri delle campagne dell’Italia centrale. Ma in cuor suo accarezzava il desiderio di andare missionario tra gli infedeli. Nel 1587, finalmente, fu inviato missionario a Costantinopoli. Gli fu affidata, in modo particolare, la cura dei numerosi cristiani tenuti prigionieri dai Turchi.

Fra' Giuseppe, però, ardente di spirito missionario, vuole annunciare il Vangelo e pensa di rivolgersi personalmente al Sultano dell’Impero Ottomano, Murad III. Nel tentativo di entrare nel Palazzo del Sultano, per parlargli, fu arrestato e condannato alla pena del gancio. Per tre giorni lo sospesero, con un uncino alla mano destra e uno al piede, a una trave alta su di un fuoco acceso. Salvato miracolosamente, dopo tre giorni fu liberato ed espulso dal paese. Ritornò in Italia, dove riprese la sua predicazione itinerante attraverso i paesini e le campagne del Lazio, dell'Abruzzo e dell'Umbria.

La sua era una predicazione di carattere popolare, con forti risvolti di giustizia sociale. Nei poveri, fra’ Giuseppe vedeva Gesù e per loro fondò Monti Frumentari e Monti di Pietà, ospizi per i viandanti e i pellegrini e piccoli ospedali per gli ammalati. Assisteva spiritualmente i condannati a morte e cercava, anche a rischio della propria vita, di porre fine alle faide familiari. Trascorse gli ultimi giorni della sua vita, sfinito dalle fatiche e logorato dalle penitenze, nel convento di Amatrice dove, a 56 anni, incontrò sorella morte.

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