Dio misura il vento all’agnello tosato
Non si conoscono i dati anagrafici di Massimo, nacque probabilmente in un paese dell’Italia settentrionale. Fu contemporaneo di sant’Agostino e sant’Ambrogio, di cui si dichiarava discepolo. Massimo fu il primo vescovo della diocesi di Torino durante il periodo travagliato delle invasioni barbariche.
Era di carattere mite e tollerante, fermo e deciso se occorreva; pastore che amava il suo gregge e difensore della fede di fronte al paganesimo. Esortava i fedeli a ringraziare Dio ogni giorno con la recita dei Salmi, a fare il segno della croce prima di apprestarsi a qualche compito, per assicurarsi la benedizione del Signore. A quelli impauriti dagli eserciti barbari, li incitava alla penitenza del digiuno e della preghiera e non ad abbandonare la città per trovare rifugio in luoghi più sicuri.
Era un profondo conoscitore delle Sacre Scritture, abile predicatore, che ha lasciato le sue “Omelie” ricche di sapienza ed eloquenza, tanto da essere considerato uno dei padri minori della Chiesa universale.
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