Acqua d’Aprile - ogni goccia un barile
Vincenzo nacque a Valenza, in Spagna, nel 1350, ed era figlio di un notaio. Entrò nel convento domenicano della sua città, dove studiò e, in seguito, insegnò logica, filosofia e teologia. In quegli anni, la cristianità stava vivendo anni difficili, confusi: è l’età del “grande scisma d’Occidente”. A Roma viene eletto dai cardinali papa Urbano VI; ma una crisi tra l’eletto e gli elettori portò a una rottura e alla conseguente elezione di un secondo papa, Clemente VII, che si stabilì ad Avignone.
Si crearono, così, due schieramenti politici, gli stati europei si divisero tra i due papi, il mondo era caduto nello sconcerto e nell’incertezza. Di fronte alla situazione creatasi, Vincenzo scelse di seguire papa Clemente VII, divenendo collaboratore del cardinale Pedro de Luna, legato del papa ad Avignone, di cui fu successore col nome di Benedetto XIII. Sempre più inquieto per la divisione della Chiesa, Vincenzo ebbe una visione, nella quale gli apparve il Signore con san Domenico e san Francesco. Il Signore gli ordina di mettersi in viaggio e conquistare molte anime.
Vincenzo lasciò Avignone per dedicarsi a intense campagne di predicazione. Egli predicava con passione, con straordinaria energia, le parole arrivavano alla coscienza disorientata dei fedeli: invitava i cristiani alla penitenza, alla riforma dei costumi, a una autentica conversione. Sollecitava una riforma della Chiesa. Vincenzo si adoperò, perché la Chiesa ritornasse all’unità e condusse una segreta attività diplomatica per porre fine allo scisma.
L’atto finale fu nel 1416, quando egli dovette annunciare all’irriducibile Benedetto XIII la decisione del re d’Aragona di sottrarsi all’”obbedienza” del papa di Avignone. Un nuovo Concilio riunito a Costanza eleggeva il nuovo e unico papa della Chiesa Cattolica, Martino V. In seguito, Vincenzo continuò a camminare e a predicare, dedito a una fruttuosa opera di evangelizzazione.