Se per San Marco gocciola lo spino - sarà abbondanza di pane e vino
Marco era figlio di una vedova di nome Maria, che seguiva devotamente Gesù e ospitava nella sua casa i suoi seguaci. Sembra che proprio nella sua casa si sia svolta l’Ultima Cena e, che Marco, ancora giovinetto, abbia assistito alla cattura di Gesù. Fu uno dei primi battezzati da Pietro che, come padre spirituale, lo chiamava “figlio mio”. Marco seguì il cugino Barnaba e l’Apostolo Paolo nella loro prima missione evangelizzatrice, anche se presto la abbandonò e decise di rientrare in Gerusalemme. In seguito, egli accompagnò Pietro a Roma e da lui imparò ogni cosa sulla dottrina e sulla vita di Gesù. E scrisse il suo Vangelo.
Scrisse le cose fatte e dette dal Signore che ricordava, pur non avendole ascoltate direttamente e non avendolo seguito, ma solo avendo accompagnato Pietro. Questo padre spirituale fu la sua primaria fonte per la stesura di un Vangelo breve quanto stilisticamente secco e vivace, in cui conduce il lettore per mano attraverso le vicende del Signore fino alla scoperta profonda, da parte del centurione, sul Golgota, che si trattasse veramente del “Figlio di Dio”. Simbolo dell’evangelista Marco e del suo Vangelo è il leone, attraverso cui Gesù appare con caratteri forti: scaccia i demoni, guarisce i malati, vince la morte.
Marco predicò ad Alessandria d’Egitto, dove fondò la prima Chiesa, ma venne arrestato e torturato: fu trascinato legato con una corda su strade irte di pietre. Più tardi, due mercanti veneziani trafugarono il corpo e riuscirono a portarlo a Venezia, qui fu custodito nella Basilica a lui dedicata, mentre il leone alato con il libro aperto tra gli artigli divenne il simbolo della città, in suo onore.