Nei Fioretti di san Francesco d’Assisi si racconta di
un lupo terribile e feroce che divorava gli animali e
terrorizzava gli abitanti della città di Gubbio. L’uomo
di Dio decise di andare incontro al lupo e quando
l’incontrò, con la bocca spalancata, gli si avvicinò
chiamandolo “fratello lupo”, e gli comandò in nome
di Cristo di non far male a nessuno. Il lupo si fermò,
poi si avvicinò mansueto e si accovacciò ai piedi
di frate Francesco. L’esempio del Poverello di Assisi
insegna che è necessario imparare a incontrarsi
con gli altri con l’atteggiamento giusto. Si tratta di
scoprire la presenza del Creatore nelle creature e riconoscere
il volto di Gesù in tutti i nostri fratelli e
in tutte le nostre sorelle. Talvolta ricordandoci della
Parola del Signore che invita ad amare i propri nemici
dobbiamo anche imparare a soffrire con Gesù
crocifisso, quando subiamo aggressioni ingiuste
o ingratitudini, senza stancarci mai di scegliere il
perdono e la fraternità. La Bibbia ci parla di esperienze
di conflitto, tradimento, odio, tra consanguinei,
come nel racconto di Caino e Abele, o dei figli di
Giacobbe, che vendono come schiavo il loro fratello
Giuseppe. Il perdono è sempre un cammino di conversione.
Perdonare è spezzare la logica del taglione,
il desiderio di vendetta, anche se ci sono ferite
che non è possibile dimenticare, perché dopo anni
sanguinano ancora. Umanamente il perdono sincero
e incondizionato sembra al di là delle nostre
possibilità naturali. Per giungere a perdonare è essenziale
credere nella dignità di colui o di colei che
ci ha ferito, calunniato, tradito. Come Gesù ha fatto
con me: perdonare infatti è possibile solo cessando
di guardare a ciò che mi ha fatto l’altro per guardare
a ciò che Dio ha fatto per me. E solo guardando
a Gesù, che sulla Croce perdona i Suoi crocifissori,
imparerò anch’io a perdonare.