"LAUDATO SI’, MI’ SIGNORE,
PER QUELLI KE SOSTENGO
INFIRMITATE E TRIBULAZIONE".
[761] Dimostrava una grande compassione per gli infermi e una tenera sollecitudine per le loro necessità... Tuttavia ammoniva i sofferenti a sopportare pazientemente le privazioni e a non gridare allo scandalo, se non erano soddisfatti in tutto. Per cui in una Regola fece scrivere così: «Prego tutti i miei frati infermi, che nelle loro infermità non si adirino né si turbino contro Dio o contro i fratelli. Non chiedano con insistenza le medicine, né desiderino troppo di risanare il corpo, che è nemico dell’anima e destinato a morire presto. Di ogni cosa sappiano rendere grazie a Dio, in modo da essere quali li vuole il Signore. Perché quelli che Dio ha preordinati alla vita eterna, li ammaestra con il pungolo dei flagelli e delle malattie. Ha detto infatti: “Io correggo e castigo quelli che amo”».