Appartiene all’essenza della persona il vivere insieme, in comunione con altre persone, nel reciproco scambio delle risorse di ognuna, senza perdere la propria unicità. Si può ben dire che la comunità è “sinfonica”. Come ogni strumento nuovo che viene ad aggiungersi a un’orchestra arricchisce l’armonia di nuovi effetti e di nuove risonanze, così avviene per ogni individuo che viene ad aggiungersi a una comunità. La persona è per definizione “complementare” alla comunità, nel senso che la persona crea la comunità e la comunità crea la persona. La psicologia stessa, definendo la persona “rete di relazioni”, conferma che essa potrà realizzarsi compiutamente solo attraverso scambi interpersonali. Persona e comunità sono coessenziali e reciproche. Talvolta si è pensato che la comunità possa portare all’annullamento della persona. Se approfondiamo un attimo, invece, ci accorgiamo che è vero l’esatto contrario. La persona, inserita nella comunità, si trova accanto ad altre persone: lì scopre il proprio ruolo, instaura profondi rapporti interpersonali, si assume le sue responsabilità ed entra in collaborazione con gli altri per la realizzazione di un ideale condiviso. Accanto alle altre, la persona si edifica e si perfeziona all’interno di uno scambio profondamente fecondo per una crescita e una maturazione comune. Anzi, se vogliamo essere più precisi, una persona che viene a far parte di una comunità, ne favorisce l’arricchimento in modo eminente proprio per quell’unicum, per quelle specificità proprie e irripetibili che porta con sé, e si arricchisce, a sua volta, per tutte quelle peculiarità che incontra nelle persone della comunità di cui viene a fare parte.