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Con Timoteo e Tito, l'apostolo Paolo potè vivere quello che era il centro della sua predicazione: la fede in Cristo libera dalla legge, anche se la salvezza viene dai giudei, dalla stirpe di Davide. Paolo affermava che ciò che ci rende veri strumenti è una buona coscienza e la fede in Dio realizzata con le opere della carità. Paolo convertì Timoteo e Tito, li formò con amore cristiano e paterno, ne fece dei fari luminosi e delle guide per l'umanità.
Tito era greco, forse convertito da Paolo, anch’egli a fianco dell’apostolo nell’attività missionaria. L’amicizia di Tito per Paolo era fonte di serenità e conforto. Fu suo compagno in alcuni viaggi, ebbe il compito di organizzare la prima comunità cristiana a Creta. Una bella opera da lui compiuta fu la prima grande iniziativa di solidarietà fra le Chiese: una colletta da inviare ai poveri di Gerusalemme.
Timoteo, dal greco “colui che onora Dio”, nacque a Listra, attuale Turchia, da padre greco e madre giudeo-cristiana. Fu tra i primi convertiti e battezzati dall’apostolo Paolo. Egli era obbediente, discreto, coraggioso. Paolo portò Timoteo con sé in alcuni dei suoi viaggi, gli affidò incarichi delicati fino a investirlo della gestione della comunità di Efeso, di cui fu il primo vescovo. Timoteo viene dal mondo ebraico e Tito dal mondo pagano, furono discepoli e collaboratori di san Paolo, frutto della sua opera di evangelizzazione.