È una pianta perenne dal caratteristico odore e sapore. Ha una grossa radice bianca fittonante, un caule eretto, angoloso e poco ramificato, su cui sono inserite foglie multipartite che abbracciano il fusto. Fiorisce da giugno ad agosto con piccoli fiori gialli raccolti in infiorescenze ad ombrelle terminali dei rami, e sviluppano dei frutti in forma di acheni oblunghi e costoluti, prima verdi poi grigiastri, chiamati impropriamente semi.
Per scopi terapeutici si usano radici, foglie e in particolare i semi, raccolti in piena maturità, che conservano a lungo le loro proprietà medicinali e il loro aroma. Contiene le vitamine A, B, C, sali minerali e un principio attivo, l’anetolo, molto aromatico e capace di eccitare le funzioni secretive dell’organismo, ma che in dosi eccessive può provocare inconvenienti anche gravi come crampi, allucinazioni o fenomeni epilettici. Le proprietà più importanti del finocchietto sono quelle stomachiche, digestive, emmenagoghe, galattofore, antispasmodiche, espettoranti, risolventi e carminative. È nota anche la sua proprietà antisettica che si manifesta con un infuso di frutti utilizzato per impacchi su palpebre infiammate o come sciacqui e gargarismi per eliminare l’alito cattivo.