OLTRE LE NUVOLE
L’astronomo incollato all’oculare del telescopio è un’immagine al più ottocentesca. Tutti gli strumenti hanno sensori che registrano dati i quali possono essere convertiti in immagini, oppure in spettri, diagrammi, grafici, etc. Da alcuni anni sta prendendo timidamente piede la sonificazione dei dati, cioè la possibilità di trasformare le onde radio provenienti da pulsar e nane bianche e le onde gravitazionali di buchi neri in coalescenza e di Quasar lontani in suoni.
È un vero peccato che ancora questa opzione non venga molto battuta perché, oltre a svelare certe proprietà che all’occhio potrebbero non risultare evidenti, la metodologia aprirebbe maggiormente la strada agli scienziati non vedenti. Questa tecnica inoltre riveste il duplice ruolo di espressione scientifica ed anche artistica.