Amazzonia

Amazonas. Missione sul grande fiume

sabato 04 ottobre 2025
Un viaggio per vivere con i missionari che, lungo il grande fiume, ogni giorno si impegnano nella vita cappuccina di relazione e preghiera.

Fr. Simone, il provinciale della provincia Serafica Immacolata Concezione di cui Frate Indovino è parte, fr. Valerio, e Paolo Friso direttore delle Edizioni Frate Indovino sono partiti per il Brasile, in Amazzonia dove visiteranno le varie parrocchie e fraternità. Per tutti e tre è la prima volta in Amazzonia. Pieni di emozione si domandano chissà cosa pensavano i primi missionari Cappuccini quando nel 1909 partirono per Manaus...
 

Sabato, 20 settembre

Amazonas. Il senso di questi giorni.

 

Abbiamo solo un paio di settimane e vogliamo spenderle bene. Obiettivo primario è "vivere con chi vive": stare con i missionari che, lungo il grande fiume, ogni giorno si impegnano nella vita cappuccina di relazione e preghiera. È fatta di gesti concreti e proprio per questo, nella logica della reciprocità, deve essere ricambiata concretamente. Così, visitare le case della missione si trasforma in vicinanza e cura, in vita fraterna che sostiene e rincuora. Poi, visitando i luoghi, si verificano le attività concrete, si elaborano nuovi progetti e si fanno, insieme, piani per il futuro.

Oggi è la festa di San Sebastiano, cui è dedicata la parrocchia dei frati cappuccini. Così nella piazza antistante la chiesa, la stessa del mitico Teatro Amazonas, si fa festa, tra un tripudio di colori e di suoni. Non si può non battere il ritmo delle canzoni suonate al ritmo di samba: gioia ed entusiasmo di questa Chiesa giovane. Ecco, la gioventù è una nota costante, tra i visi sorridenti e festosi di quanti (tantissimi!) seguono la messa all'aperto.

 

Domenica, 21 settembre

 

È sempre stimolante approfondire il tema della missione con chi affronta quotidianamente le barricate dell'umanità. Il racconto di fr. Paulo Xavier riporta centrale il tema della fraternità e dell'interconnessione tra le creature caro a papa Francesco. Ascoltandolo mi sembra infatti di percepire una visione più intima, quasi una predisposizione naturale su certi temi. Il rapporto con i poveri, con gli scartati - per usare un termine caro a papa Bergoglio - qui si coniuga inevitabilmente con la difesa del creato e diventa necessità identitaria per chi si spende nelle periferie.

Manaus, un avamposto industriale nella foresta con più di 2 milioni di abitanti, è una città violenta e con tantissimi problemi sociali: per dare un termine di paragone, nel 2021 ha registrato 1.209 omicidi; a Roma nello stesso anno i morti ammazzati sono stati 303. La parrocchia cappuccina dove opera fr. Paulo Xavier cerca di far fronte ripartendo dal concetto evangelico che ci si salva assieme. E una via concreta parte dal rispetto di quanto ci circonda, introducendo pian piano una coscienza sociale nuova, quella del noi.

 

Lunedì, 22 settembre

 

Oggi due scoperte: Fr. Gino Alberati e le Clarisse Cappuccine. Storie apparentemente agli antipodi eppure sono i due pilastri della missione: la vita sul fiume spesa nella concretezza del servizio, la vita claustrale di preghiera tutta dedicata a quanto le circonda. Sono i due lati della medaglia, indivisibili. Fr. Gino con la sua barca su e giù per il grande fiume a portare aiuto e fraternità, le Clarisse nella vita contemplativa sostengono con la preghiera, nella comunione con la Chiesa, quanti cooperano per il bene.

 

Martedì, 23 settembre

 

Oggi è festa solenne nella famiglia cappuccina per la memoria di San Pio.
Prima di partire per le missioni nella foresta abbiamo potuto visitare il museo Francescano di Manaus gestito da dei volontari e con loro ripercorrere le tracce dei primi missionari attraverso le opere d'arte custodite nei locali del convento.

Ma oggi è stato il giorno tanto atteso del viaggio all'interno, verso la zona dei tre confini: lì, tra Perù, Colombia e Brasile, da tanti anni operano i missionari Cappuccini. I racconti di questa presenza francescana si fondono in una vita di donazione e di comunione tra popoli ed etnie, il Vangelo con i fatti. Oggi, in questo territorio dove, a causa del contrabbando e del traffico di droga, è la malavita a dettare legge e le popolazioni indigene sono sotto un continuo attacco da parte dei latifondisti, la presenza dei frati cappuccini costituisce di per sé un ponte di pace. Si sono infatti costituite due fraternità internazionali, una a Benjamin Constant (Brasile) l'altra a Leticia (Colombia): conventi in nazioni diverse ma sempre in comunione tra loro.

Stasera ho conosciuto le storie di giovani che trascorrono qui il loro periodo di formazione mettendosi alla prova in un melting pot culturale senza precedenti: la loro vita assieme è testimonianza concreta che un altro stile di vita è possibile. Bello ritrovarsi insieme stasera in semplicità, fare festa e conoscenza..

 

Mercoledì, 24 settembre

 

*Belém do Solimões*
Con la barca siamo volati (fr. Aceme è un pilota di prim'ordine) da Benjamin a Belèm per incontrare la fraternità che vive nel cuore del territorio Ticuna.
Il territorio di questo popolo indio si snoda tra San Paulo de Olivenca e Benjamin Constant e in tutti i piccoli affluenti del grande fiume.

In un pomeriggio di condivisione, i frati che vivono a Belèm ci hanno raccontato del loro vivere la missione tra/per i Ticuna. Sono più di 70 le comunità indie sparse in un territorio complicato e difficile da raggiungere: ci raccontano che il convento ha un piccolo motoscafo con un motore da 60 CV ma che molte volte lo debbono lasciare per prendere in cambio delle barche più piccole perché è difficile entrare nel dedalo dei rivi e a tratti debbono portare la barca fuori dall'acqua...

È un servizio, quello dei missionari cappuccini, tutto in donazione di questi popoli che soffrono di grandi problemi. Il più grave è l'attacco all'ecosistema: per la ricerca di oro e altri metalli preziosi, la foresta subisce una grave e crescente contaminazione di mercurio, con un impatto ambientale terribile, soprattutto sui pesci (che poi vengono mangiati dall'uomo). Un secondo problema è causato dal narcotraffico tra Colombia e Brasile, che tiene in scacco la popolazione.
Il racconto della loro vita di donazione è affascinante e decisamente a tratti forti, nel quale un grande risalto viene dato alla vita fraterna, la caratteristica che più connota tutta la loro azione missionaria.

Chiudiamo la giornata con un concerto di rane: oggi ha piovuto un sacco (e dire che è la stagione secca!) e le rane ce la stanno mettendo tutta per non farci dormire.

 

Giovedì, 25 settembre

Progetti
Oggi abbiamo potuto visitare il centro di Mapana. Non è un villaggio ma un'associazione di donne Ticuna che ha la sede nella vecchia canonica di Belèm. In seguito ad uno dei ricorrenti straripamenti del fiume, i frati hanno dovuto spostare la chiesa e il convento più lontano dalla riva così le costruzioni dove prima c'erano i locali parrocchiali sono divenute una realtà di Accoglienza e formazione per le donne Ticuna... Mapana appunto.

La vita sul fiume è dura e le donne, a partire da 14/15 anni, si ammazzano di fatica a star dietro ai figli e a tenersi stretto il marito e non hanno la possibilità di sviluppare altro: così cominciando dall'uso dell'acqua, dalla custodia dell'ambiente, dal ricalibrare i valori, ecco che nascono nuovi interessi e solidarietà, che poi si riverbera tra le famiglie e sul tessuto sociale (di cui la donna è naturalmente centro aggregativo).

A Benjamin invece abbiamo visitato i locali dell'Opera Sociale san Francesco dove, iniziato una decina di anni fa, si sviluppa il progetto "Juventude quer viver". Partito da un'idea semplice, quella di offrire ai giovani un centro aggregativo in cui crescere, ora conta una solida partnership istituzionale e offre, grazie al coinvolgimento di 40 volontari, ben 26 corsi diversi per più di 330 giovani, oltre tante attività sportive (in particolare il calcetto, che qui in Brasile, manco a dirlo, spopola). Al termine dei corsi vengono rilasciati dei certificati che permettono l'inserimento curriculare.

La sera, col vespro, è iniziata la novena di San Francesco con una partecipazione impressionante di tutti gli abitanti di Benjamin. Momenti di grandissima devozione: roba che da noi, ormai, manco nei film.

 

Venerdì, 26 settembre

*Vita Fraterna*
Sfruttando la vicinanza (Perù, Colombia e Brasile si guardano dalle rive del Rio do Solimões e dello Javarì) abbiamo potuto trascorrere una giornata di comunione con le fraternità di Benjamin Constant (Brasile) e Leticia (Colombia). Sono fraternità internazionali, vi fanno cioè parte frati che provengono da diversi paesi del latino america. È sempre stupefacente vedere delle persone che, rispondendo a una vocazione di fraternità, vivono una vita comunitaria basata su preghiera, vita fraterna e lavoro. In fondo il carisma cappuccino è in un certo senso basico ma porta con sé una rivoluzione. I frati che sono qui oggi sono diversi per lingua, paese ed estrazione sociale (fr. Adam, messicano, ha i dread) ma proprio la ricerca della scintilla del carisma di Francesco, il Vangelo vissuto, li rende fratelli.
E quanti frutti tra le 66 comunità che vivono lungo il fiume!

Nel salutarci, in puro stile Laudato Sì', abbiamo piantumato 7 nuovi alberi di Acerolas: da questa pianta si ricavano dei rotondi frutti di colore rosso con cui i frati di qui preparano una bevanda buonissima e dissetante (e a km zero!). Un invito a ritornare e restare in comunione.

 

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