Fiabe tradizionali per la generazione alpha? Proprio così!
Sono tutte per loro, i più piccoli, immersi in un mondo in cui si fa sempre più fatica a distinguere tra reale e virtuale, e che tenta di rinchiuderci in una bolla di solitudine. Qui e ora, appunto, è il momento giusto per tornare a raccontare storie.
Le fiabe, quei viaggi meravigliosi in cui i bambini crescono diventando uomini e donne forti e felici, in cui il bene vince sempre e le difficoltà aiutano a diventare grandi e acquistare fiducia in sé stessi. Esse costituiscono un patrimonio tramandato per secoli oralmente dagli adulti che trascorrevano le lunghe ore della sera attorno al focolare raccontando storie in cui la realtà si mescolava all’invenzione e che assumevano ogni volta sfumature diverse.
Poi i tempi sono cambiati e dalla metà del secolo scorso ci siamo accorti che il televisore aveva preso il posto del camino: era un elettrodomestico il fulcro attorno al quale si raccoglieva una famiglia sempre più silenziosa e distratta.
Adesso abbiamo fatto un altro passo avanti, lasciando che i nostri apparecchi individuali ci conquistassero, e abbiamo spesso delegato, ahimè, proprio a loro l’affascinante compito di affabulare i più piccini. Ma le fiabe sono sempre lì, ad aspettare con pazienza che ci ricordiamo di quanto ci piaceva farcele raccontare dai grandi. Esse presentano spesso straordinarie somiglianze con trame provenienti da terre e tradizioni anche lontane. Quello che credevamo un bagaglio culturale tutto nostro, delimitato da confini a volte non più ampi di una regione, si rivela in realtà patrimonio dell’uomo di sempre e di ogni luogo.
Insomma, un tesoro “glocal” ancora oggi capace di far dialogare generazioni diverse e popoli remoti, e soprattutto di seminare gioia e speranza nell’immancabile lieto fine!