Dieci anni di Laudato Si'
Pubblicata il 24 maggio 2015, Laudato si’ è la seconda enciclica di papa Francesco, preceduta da Lumen fidei nel 2013 e seguita da Fratelli tutti nel 2020 e da Dilexit nos nel 2024. Documenti importanti, che nella loro concatenazione aiutano a comprendere il significato e la portata del pontificato di Bergoglio, a partire dal legame con il magistero di Benedetto XVI. Laudato si’ occupa però un posto a sé, per più di un motivo.
C’è anzitutto il richiamo a Francesco d’Assisi, il cui nome il Papa ha voluto assumere come prima di una lunga serie di scelte sorprendenti. In secondo luogo, è abbastanza raro che il titolo di un’enciclica sia formulato in una lingua diversa dal latino, in questo caso l’italiano arcaico del Cantico di frate Sole. L’argomento, di per sé, non è del tutto inedito, dato che già in passato i Papi si sono espressi sui temi dell’ambiente. Ma non era mai successo che l’esortazione a prendersi “cura della casa comune” fosse circostanziata con il riferimento continuo alle più recenti ricerche scientifiche.
Nel proporre il suo disegno di “ecologia integrale”, Francesco ha saputo rendere evidente la natura quotidiana e concreta dell’esperienza cristiana, che non smette di essere spirituale nel momento in cui si rivolge alle cose della terra. Al contrario, solo uno sguardo illuminato dalla fede è capace di riconoscere l’urgenza delle questioni passate in rassegna dalla Laudato si’. Sono trascorsi dieci anni, dicevamo, e questa enciclica è ancora citata e ammirata, studiata a ogni livello e indicata come esempio da seguire anche per quanto riguarda le decisioni politiche e di governo. Il fatto che, in apparenza, il mondo stia andando da un’altra parte non significa affatto che la parola di Francesco abbia perso di attualità. Se possibile, non è mai stata tanto attuale come oggi.
Tratto dal mensile "Frate Indovino", n.5, 2025