Punto 22 del testo
Paolo Diacono, l’autore della famosa Historia Langobardorum, nel 763 elaborò (per le nozze di Arechi duca di Benevento e Adelperga figlia del re longobardo Desiderio) un carme in latino nel quale le iniziali di ciascuna strofa componevano il nome della sposa. Era un carme sulle età del mondo, più che altro una elaborazione in versi del Chronicon (un importante testo storiografico che riassume la cronologia universale e biblica) di Eusebio di Cesarea.
Il carme, tradotto e schematizzato, suona così:
Dall’inizio dei tempi fino al diluvio - 2242 anni.
Di poi, fino al giorno in cui nacque Abramo il fedele - 942 anni.
Da questo momento, fino a quando l’Altissimo consegnò nel deserto le tavole dei comandamenti a Mosè - 505 anni.
Dai giorni dell’incisione e della consegna, fatte dal cielo, della Legge, fino a quando il più sapiente dei re dedicò il Tempio - 480 anni.
Da tal momento, finché la cattività babilonese afflisse il popolo d’Israele - 512 anni.
Da allora, fin quando la Vergine dette alla luce il Salvatore del mondo - 518 anni.
Dalla gloriosa venuta del comune Redentore, fino a quest’anno in cui ricorre la prima indizione - 763 anni.
Il totale delle prime sei datazioni (2242+942+505+480+512+518) fa 5199, gli anni identificati da Eusebio. Dopo la nascita di Cristo, scriveva Paolo Diacono, sono passati 763 anni, anno indizionale primo. Perfetto.