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Cura del Creato

Giardino delle imprese

10 settembre 2021
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“È doveroso insegnare ai giovani ad essere parte attiva del futuro della propria vita. Insegnare è donare, e il migliore augurio che posso rivolgere ai giovani ragazzi è quello di non avere paura nel coltivare e far crescere il proprio giardino”.
Solo le parole con cui Marino Golinelli – classe 1920, imprenditore, filantropo, ricercatore e fondatore della Fondazione Golinelli – ha risposto alla mia richiesta di descrivere il Giardino delle imprese.


La convinzione del cavalier Golinelli è che l’imprenditore ha il dovere morale di restituire alla società parte delle sue fortune e che il binomio tra scienze e arti rappresenti l’ispirazione per arrivare a una visione capace di dare una risposta ai perché fondamentali e universali della nostra vita.
In quest’ottica, il cavaliere ha creato la Fondazione che porta il suo nome, una holding filantropica che ha dato vita a una filiera unica nel suo genere e che mette insieme: educazione, formazione, ricerca, trasferimento tecnologico, accelerazione, incubazione, open innovation e venture capital per valorizzare le giovani generazioni. L’obiettivo è quello di promuovere l’educazione e la formazione, diffondere la cultura scientifica, e favorire la crescita intellettuale, responsabile ed etica dei giovani.
Giardino delle imprese, è una delle iniziative ideate dalla Fondazione Golinelli per dare ai più giovani gli strumenti per diventare imprenditori del domani.
L’iniziativa giunge quest’anno alla sua ottava edizione, le ultime tre sono state dedicate al mondo della disabilità.

Nell’edizione 2020 protagonisti sono stati 50 studenti del terzo e quarto anno delle superiori di tutta Italia, divisi in 10 gruppi. In team hanno affrontato il tema della disabilità. I partecipanti, utilizzando il potenziale offerto da nuove tecnologie e piattaforme digitali per migliorare la quotidianità delle persone con disabilità, hanno sviluppando prodotti e servizi innovativi.
Gli studenti hanno seguito e fatto propri, nel processo creativo, i principi del Design for All (Progettare per Tutti, DfA), nato per creare ambienti, sistemi, prodotti e servizi fruibili in modo autonomo da parte di persone con disabilità.
Tra tutti si sono distinti cinque progetti:

1. Assist Work, un servizio di consulenza lavorativa per le persone con disabilità che cercano un luogo di lavoro inclusivo e adatto alle loro esigenze;

2. Operazione Lingua Lunga, un'applicazione per persone ipovedenti o affette da cecità (collegata a immagini con tag simili a QR code) da apporre sulle vetrine dei negozi, in grado di trasmettere in forma parlata le informazioni relative all'attività;

3. Barable
, un'applicazione che permette a persone con disabilità motorie di cercare negozi e locali adatti alle proprie necessità, grazie a un sistema di raccolta di informazioni e recensioni con cui la community che utilizza l'app può agire e interagire.

4. Ultra-Glasses, prodotto rivolto a bambini dai 3 ai 13 anni ipovedenti o affetti da cecità. Si tratta di un paio d'occhiali, capace di rilevare gli ostacoli all'altezza della testa di chi ne fa uso, grazie a un sensore posizionato sulla montatura.

5. Project Go-Craft
, rivolto a bambini e bambine non udenti. Si tratta di un’esperienza centrata sulla manualità: la costruzione di un go-kart di legno tramite un manuale di istruzioni semplice, immediato e pensato per venire incontro alle esigenze di questi bambini.

Il percorso si è svolto online da giugno 2020 ad aprile 2021. Tutti i partecipanti hanno preso parte alla prima fase (da giugno a settembre 2020). Ai ragazzi dei 5 gruppi scelti, Giardino delle imprese ha riservato un secondo step di formazione (da novembre 2020 ad aprile 2021). I team hanno potuto così perfezionare il proprio lavoro con l'aiuto di esperti sul tema dell'accessibilità, provenienti da realtà come Fondazione Gualandi, Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, Centro Documentazione Handicap – Cooperativa Accaparlante e Associazione Onlus La Girobussola.
L'esperienza di questi giovani aspiranti imprenditori non si è conclusa però con la progettazione, lo staff della Fondazione continuerà a seguirli e prepararli per la partecipazione alle diverse competizioni del settore rivolte all’imprenditoria giovanile.

Ho fatto
una chiacchierata, via Zoom, insieme a Valerio Pappalardo e Chiara Cenerini dello staff di Giardino delle imprese, e agli studenti Mario Zoena, Claudio Rocca, Michela Capuano e Sara Dedja, protagonisti dell’edizione 2020, provenienti da Modena, dalla provincia di Avellino, Padova e Bologna.

Come migliorare la vita quotidiana ad una persona con disabilità? Questa è la domanda dalla quale è partito il loro progetto. La prima fase del percorso è stata la formazione, i ragazzi in questo stadio sono stati seguiti da tutor e specialisti per la loro istruzione teorica e pratica. Un percorso strutturato prima per competenze trasversali generiche e informazioni scientifiche, e seguito da una formazione d’eccellenza, dove è stato insegnato loro come fondare una startup (nuova impresa che presenta una forte dose di innovazione), come ideare eventi dedicati, e come realizzare modelli di business e sistemi di validazione.
Successivamente gli studenti hanno realizzato delle vere e proprie interviste alle persone con disabilità, alle quali hanno chiesto quali fossero i problemi più evidenti che affrontano nella loro quotidianità. Intercettati i bisogni, hanno proposto il tema allo staff che ha selezionato 5 idee innovative.
Tutte le idee che sono emerse sono il frutto dell’ascolto delle tante persone che i ragazzi hanno incontrato. Tramite l’ascolto hanno fatto proprie le problematiche di chi le viveva e da lì hanno progettato soluzioni. Soluzioni che hanno al centro la persona e non il profitto.

“Gli strumenti che i ragazzi avevano a disposizione si sono rivelati utili ma senza la predisposizione all’empatia che hanno dimostrato non avremmo raggiunto alcun risultato”, sottolinea Valerio Pappalardo, facilitatore per una delle aziende che davano le sfide ai ragazzi, ora parte integrante dello staff della Fondazione Golinelli come Program Manager della Formazione all’Imprenditoria. Attraverso l’esperienza dell’ascolto i giovani studenti si sono fatti carico dei problemi delle persone che hanno incontrato e hanno cercato soluzioni. Soluzioni che non avevano lo scopo economico dell’attivazione di una startup ma quello di “risolvere difficoltà reali di persone reali”.

Ho chiesto agli studenti partecipanti cosa hanno appreso da questa esperienza, queste le loro risposte:
Michela: “Ho imparato molto non solo sull’imprenditoria ma anche sul marketing e sul design, tutte idee concrete su ciò che si può fare. Ma soprattutto ho imparato a prestare attenzione a cose che per me prima non esistevano, a problemi non miei”.
Claudio: “Ho iniziato a pensare in modo diverso su molti temi, al di là dei progetti a cui ho lavorato. Non avevo mai pensato all’economia. Ora ho scelto di iscrivermi ad una facoltà con indirizzo economico, perché questa esperienza mi ha mostrato quell’aspetto sociale che non avevo sinora considerato”.
Sara: “Ho cambiato il modo di giudicare certe situazioni. Oggi il mio modo di vedere i problemi è assolutamente diverso: non bisogna evitarli, ma individuarli con attenzione attraverso l’ascolto, per poi cercare le soluzioni con intelligenza, coscienza e determinazione”.
Mario: “Per me è stata una crescita morale, culturale, professionale e anche sociale. Interagire in remoto, perché tutto si è svolto online, è stato all’inizio strano ma siamo riusciti ad istaurare rapporti tra noi, e abbiamo sviluppato la capacità di vivere una socialità diversa e utile. La distanza non ci ha ostacolati, ma ci ha spronati a trovare modalità nuove di relazione.
Una delle idee è nata dall’incontro con Lucia, una persona audiolesa che subiva mobbing nel mondo del lavoro: i colleghi non la ritenevano in grado di adempiere ai suoi compiti. Il team allora ha pensato a lei e a chi come lei ha difficoltà nel mondo del lavoro. Abbiamo amaramente constatato che sebbene esistano leggi a tutela dei più fragili, la nostra non è una società inclusiva. Attraverso queste interviste ci siamo resi conto che c’è ancora moltissimo da fare”.

Chiara Cenerini
, Proget Assistent del progetto, è stata in passato una studentessa partecipante e ora lavora nella Fondazione. “Vedere quanto i ragazzi crescano durate il percorso è la nostra vittoria. I ragazzi sono più consapevoli, si comprendono tra loro e comprendono il mondo che li aspetta. Noi ovviamente non li perdiamo di vista, c’è una community di circa 150 ragazzi che continuano a mantenere i contatti, a confrontarsi… a creare”.

L’ottava edizione
di Giardino delle imprese, in pieno svolgimento mentre scriviamo, ha come obbiettivo quello di “sviluppare nuove soluzioni digitali per potenziare la didattica in un'ottica inclusiva e accessibile”.
L’anno scolastico 2020-2021 ha permesso di far sperimentare al mondo educativo i pro e i contro della didattica a distanza. Il progetto 2021 ha scelto dunque di far ragionare gli studenti su un aspetto che hanno vissuto in prima persona, convinti che questo aiuterà a innescare un fondamentale cambiamento di paradigma: dal progettare per un utente al progettare insieme a un utente.

Filippa Dolce

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