"Il destino ultimo di ogni creatura vivente è la morte,
che rende pertanto vano e ridicolo l’aggrapparsi
frenetico alle cose terrene. Quando ci si avvicina alla
morte tutti i pensieri e le preoccupazioni di ordine
materiale, come il lavoro, i guadagni, il conto in
banca, la ricchezza, che prima occupavano la nostra
mente, diventano insignificanti. La parabola del
ricco stolto che dice a sé stesso «riposati, mangia,
bevi e divertiti», fa capire che la vita è provvisoria e
che il futuro costituisce un’incognita. Chi è avido e
interessato solo al successo economico e materiale
vive una condizione di eterna schiavitù dal proprio
denaro. L’avidità è un demone, che fa dimenticare i
valori umani più importanti e soprattutto induce a
trascurare il piano di salvezza divino. L’avido spende
tutta la vita per il lavoro, il prestigio, per apparire
agli occhi degli altri uomini, ma la sua ricchezza è
illusoria e muore con lui. Ovviamente, il benessere
materiale non è un male, ma è deplorevole l’egoismo,
la cupidigia, il lusso sfrenato, la sete di potere e di
successo economico, identificati come fini anziché
come mezzi. La ricchezza può infatti rivelarsi in tantissime
circostanze un’occasione propizia per esercitare
la carità verso il prossimo e promuovere il benessere
sociale e collettivo. Papa Francesco ha detto
che le vere ricchezze sono i tesori del cielo: «l’amore,
la pazienza, il servizio agli altri, l’adorazione a Dio».
Queste sono ricchezze che non vengono rubate. Le
ricchezze materiali invece appesantiscono il cuore,
lo incatenano, non gli danno libertà, mentre Gesù
vuole che l’uomo abbia un cuore libero per amare.".
«La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon
raccolto. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non
ho dove riporre i miei raccolti?”. E disse: “Farò così:
demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi
e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò
a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti
beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla
gioia”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti
sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di
chi sarà?”» [Lc 12, 16-20].