"“L’uomo a Dio devoto [Francesco] pur in mezzo al
fluire delle lacrime, era sereno di una giocondità celeste,
sia nello spirito, sia nel volto: la limpidezza della
coscienza santa lo inondava di tanta gioia che il suo
spirito era di continuo rapito in Dio e sempre esultava
per l’opera delle sue mani” (FF 1350)".
«Scrivi, frate Leone, qui è perfetta letizia!» Parlare di gioia in
riferimento ad un uomo come Francesco di Assisi che ha vissuto
metà della sua vita, durata appena 44 anni, nella più
sconcertante indigenza e nell’ascesi più dura, di salute malferma
e angustiato da malattie gravi e fastidiosissime quali la malaria
(nella forma quartana) e la congiuntivite tracomatosa, con
sempre nuovi problemi da risolvere per prevenire e contrastare
la decadenza del suo Ordine, potrebbe sembrare un controsenso.
Eppure l’esistenza di Francesco è permeata di grande
gioia e profonda pace. Non allegria superficiale o semplice
ottimismo, ma vera pienezza ed esultanza interiore. Nel Testamento
racconta che dopo il bacio al lebbroso «quello che mi
pareva amaro mi fu convertito in dolcezza dell’anima e del corpo
»; gli sprazzi di luce che rischiarano i momenti oscuri di ricerca,
le vittorie che riporta su se stesso, le risposte agli interrogativi
più angosciosi, intessono la sua vita di una trama sfavillante
di luci. Le scelte più dure che, ad ogni crocevia, incanalano
il suo cammino avvengono nell’esultanza interiore e nel
canto. L’arrivo inatteso di tanti fratelli e sorelle lo riempie di gioia
così intensa «come se avesse trovato un grande tesoro»...
Ma la sorgente più profonda della gioia in Francesco di Assisi
va ricercata nella sua straordinaria esperienza spirituale: l’incontro
con il Crocifisso di San Damiano, la consapevolezza di
essere riconciliato con Dio, il sentire la sua presenza di padre
amoroso, il vedere nel creato i segni della sua bontà, la gioia
di poter ricalcare le orme di Cristo e partecipare alle sue sofferenze
come risposta al suo amore... qui sta la vera sorgente
della perfetta letizia che ha riempito la vita del Poverello di Assisi.
In lui vediamo incarnate quelle beatitudini che segnano i
vertici di ogni più autentica esperienza mistica.