Punto 24 del testo
Mentre le ere di cui si è parlato finora hanno un inizio certo (la Creazione del mondo, la Nascita di Cristo, l’Egira di Maometto) e una non-fine, perché si concluderanno con la fine del mondo, altre ere non pretendono tanto, perché si riferiscono a una persona, a un ufficio, a un governo o regime, che durano quel che durano. Un esempio illuminante? L’era propria degli imperatori del Giappone!
In Giappone si data con i regni degli imperatori. Questo avviene a partire dal VII secolo d.C. Da allora si sono succeduti novanta imperatori legittimi; ma molte di più, tra divisioni e avvicendamenti, sono state le ere. L’era giapponese infatti non prende il nome dall’imperatore regnante, ma assume un nome simbolico: per esempio il regno dell’imperatore Hirohito, che ha attraversato buona parte del ventesimo secolo (1926-1989), aveva il nome di periodo Shōwa, che significa “Pace illuminata” (un qualche imbarazzo, pensando alla Seconda guerra mondiale...). Un’altra differenza con l’uso dell’Occidente medievale sta nell’adattamento all’anno civile: il primo anno di ogni era va dal giorno dell’insediamento del nuovo imperatore fino alla fine dell’anno civile, e così dura meno di 365/366 giorni; gli anni mediani coincidono con gli anni civili; l’ultimo anno è anch’esso più breve, perché va dal 1º gennaio fino al giorno della morte (o dell’abdicazione) dell’imperatore.