"Un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole".
Seguendo l’ispirazione di san Francesco d’Assisi,
ma anche di Martin Luther King, del Mahatma Gandhi
e di molti altri, papa Francesco ha riproposto
di recente al mondo intero il sogno della fraternità.
Nell’enciclica “Fratelli tutti”, firmata in Assisi nel
2020, il Papa rivolge all’umanità un appello urgente
al dialogo, per realizzare «un nuovo sogno di fraternità
e di amicizia sociale che non si limiti alle parole».
È il sogno di Dio. Prima di lui, Giovanni Paolo II promosse
il sogno di Dio agli uomini indicendo il 27 ottobre
1986 ad Assisi la prima Giornata mondiale di
preghiera per la pace. Vi parteciparono i rappresentanti
di tutte le grandi religioni mondiali, compreso
il Dalai Lama, che condivisero insieme la speranza
per un mondo migliore, rinnovato, profondamente
fraterno e puramente umano. Giovanni Paolo II disse
di aver scelto Assisi come luogo per questa giornata
di preghiera perché in tutto il mondo Assisi è
conosciuta come simbolo di pace, di riconciliazione
e di fratellanza, promuovendo questa iniziativa in
nome di un uomo che ha saputo abbattere ogni barriera
discriminatoria e aprire le porte di ogni cuore.
Lo spirito di Francesco d’Assisi in grado di accogliere
tutti gli uomini e tutte le creature come suoi fratelli
e sue sorelle ha dato luogo all’espressione “Spirito
di Assisi”. E lo “Spirito di Assisi” sicuramente è la
scuola migliore per la promozione dei valori della
pace e della giustizia affinché la famiglia umana diventi
ospitale e accogliente verso tutti i suoi figli. Ma
il sogno di costruire insieme una fraternità universale
sembra sempre più un’utopia. L’attuale sistema
socioeconomico è fondato su un modello culturale
che privilegia gli interessi individuali e indebolisce
la visione fraterna dell’esistenza. È possibile combattere
questa tendenza solo educando le nuove
generazioni al dialogo e alla cultura dell’incontro, al
rispetto della persona, specialmente del povero, del
piccolo, dell’escluso.