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CALENDARIO 2013

L’ UOMO DELLA PACE

Dalle biografie di Francesco

"“Francesco ricordava ai suoi frati: «La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori. Non provocate alcuno all’ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza. Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti. Molti che ci sembrano membra del diavolo, possono un giorno diventare discepoli di Cristo »” (FF 1469)".

«Questo saluto mi rivelò il Signore che noi dicessimo: Il Signore ti dia pace!» (FF 121). La pace: un bene irrinunciabile che il Poverello di Assisi ha custodito per tutta la vita e, per quanto possibile, ha cercato di costruire intorno a sé. Dal tempo della prigionia di Perugia, quando ristabilì la pace tra un cavaliere altezzoso e gli altri compagni di cattività (FF 584), fino agli ultimi giorni di vita, quando, ormai gravemente malato, aggiunge una strofe al Cantico di Frate Sole per indurre il Vescovo e il Podestà di Assisi a riconciliarsi, Francesco non ha tralasciato un’occasione per farsi “portatore di pace”. Sono noti gli episodi della pace ristabilita a Bologna tra famiglie in lite (FF2252), a Siena (FF 1839) e ad Arezzo (FF 695) tra opposte fazioni, a Gubbio, episodio di grande valore simbolico raccontato dai Fioretti, tra i cittadini ed il lupo (FF 1852). Egli apre quasi tutte le sue lettere con l’augurio della pace, dedica la XV Ammonizione a questo tema e vuole che l’augurio di pace sia il saluto abituale dei Frati. Francesco avverte ogni discordia, ogni contrasto come una lacerazione, qualcosa che lo pone in profondo disagio, e lo costringe ad intervenire: non facendo semplicemente da “paciere”, ma ricreando le condizioni spirituali indispensabili affinché ognuno sappia ritrovare da sé le vie della pace. Francesco raccomanda di avere la pace nel cuore, perché non si può dare ciò che non si ha (FF 1469), eliminando preventivamente tutti gli ostacoli. Un esempio per tutti, quello che egli dice al riguardo delle ricchezze: «Se noi avessimo alcune possessioni, sarebbero a noi necessarie le armi alla defensione nostra. Perché è dalle ricchezze che nascono questioni e brighe. Suole anche per questo essere impedito l’amore a Dio e al prossimo in molti modi. E perciò non vogliamo possedere» (FF 1438).

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