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CALENDARIO 2015

CONSIGLI “MOLTO” UTILI

Quando il Signore si diverte!

"(1560-1625) - Settimo di undici fi gli, Marco Passionei era nato il 13 settembre 1560, nella città di Urbino. Di famiglia altolocata, ultimò gli studi a Perugia e a Padova, ma la vita goliardica non era fatta per lui. Ciò che lo attirava, invece era quel convento dei Cappuccini “calato” chissà come sopra la rupe che domina Fossombrone, la città dove la famiglia Passionei si era stabilita. Per la sua debole costituzione e scarsa salute, dovette aspettare diverso tempo prima di entrare in convento. La notizia della sua accettazione gli arrivò mentre passeggiava per le vie del paese. Così Marco si presentò al convento senza neppure rientrare nella casa paterna e nel 1585 emise la professione con il nome di fra Benedetto. Purtroppo la salute malferma (nell’arco della sua vita riuscì a collezionare ben quindici interventi chirurgici di ernia) rimase un problema che lo angustiò fi no alla fi ne, ma non riuscì a spezzarne la tenacia. Era un frate gioioso, dolce, affabile e nello stesso tempo schietto, fermo ed austero. Si dedicò alla predicazione nei “lochetti” (non grandi pulpiti, ma piccoli paesi) e lì diede il meglio di sé fi no all’eroismo. Quando si spostava per la predicazione, vicino o lontano, andava sempre a piedi. Una sera, venendo da Ancona a Senigallia con il fratello accompagnatore, si sentì male e si accasciò a terra. Il frate che era con lui si vide perduto. Ma Benedetto lo rassicurò: «Confidiamo nel Signore, Egli provvederà… Vedi quelle barche sul mare? Il Signore può permettere che una venga ad aiutarci». Ed ecco che una barca si staccò dal gruppo, venne verso di loro e li portò al porticciolo di Senigallia. Altre volte aveva dovuto interrompere il cammino per sfi nimento. L’ultima quaresima predicata a Sassocorvaro nel 1625 non riuscì a fi nirla. Giunse ad Urbania il lunedì di Carnevale, al tramonto, dopo essere caduto molte volte lungo la strada. Si alloggiò presso un benefattore e la mattina successiva si recò a Sassocorvaro, dove tenne le prime prediche. Ma non poté tirare a lungo e dovette essere trasportato a Urbino. Mi piace riferire che per percorrere quel tragitto di circa 15 chilometri in lettiga si offrirono ben dodici volontari, quando si pensi che pochi giorni prima la Contessa del luogo, per lo stesso tragitto, non aveva trovato nessuno, nemmeno a pagamento. Dopo pochi giorni il Padre Benedetto si aggravò ulteriormente. Si racconta che un frate, venuto a visitarlo, credendolo morto, accese un cero vicino al capezzale, ma si sentì mormorare dal malato che c’era ancora da aspettare. Visse altri tre giorni. Dopo la morte si rinnovarono anche per lui le scene di devozione popolare riservate ai santi. ".

«Meglio un aiuto che cento consigli», dice il proverbio mettendo allo scoperto quella ragione segreta che muove la gente a prodigarsi in consigli di ogni genere, anche non richiesti, anziché dare aiuti concreti. Ragione esplicitata poi senza mezzi termini da un altro proverbio: «Chi è prodigo di consigli non ha voglia di aiutare». Ma ci sono dei consigli “diversamente utili”, che si possono avere in un nostro conventino di montagna, dove un fraticello semplice e spontaneo chiede al Padre superiore: «Padre guardiano, posso darle un consiglio?». «Ma certo, figlio mio. I tuoi consigli sono preziosissimi… basta fare l’esatto contrario».

Beato Benedetto da Urbino (1560-1625) - Settimo di undici fi gli, Marco Passionei era nato il 13 settembre 1560, nella città di Urbino. Di famiglia altolocata, ultimò gli studi a Perugia e a Padova, ma la vita goliardica non era fatta per lui. Ciò che lo attirava, invece era quel convento dei Cappuccini “calato” chissà come sopra la rupe che domina Fossombrone, la città dove la famiglia Passionei si era stabilita. Per la sua debole costituzione e scarsa salute, dovette aspettare diverso tempo prima di entrare in convento. La notizia della sua accettazione gli arrivò mentre passeggiava per le vie del paese. Così Marco si presentò al convento senza neppure rientrare nella casa paterna e nel 1585 emise la professione con il nome di fra Benedetto. Purtroppo la salute malferma (nell’arco della sua vita riuscì a collezionare ben quindici interventi chirurgici di ernia) rimase un problema che lo angustiò fi no alla fi ne, ma non riuscì a spezzarne la tenacia. Era un frate gioioso, dolce, affabile e nello stesso tempo schietto, fermo ed austero. Si dedicò alla predicazione nei “lochetti” (non grandi pulpiti, ma piccoli paesi) e lì diede il meglio di sé fi no all’eroismo. Quando si spostava per la predicazione, vicino o lontano, andava sempre a piedi. Una sera, venendo da Ancona a Senigallia con il fratello accompagnatore, si sentì male e si accasciò a terra. Il frate che era con lui si vide perduto. Ma Benedetto lo rassicurò: «Confidiamo nel Signore, Egli provvederà… Vedi quelle barche sul mare? Il Signore può permettere che una venga ad aiutarci». Ed ecco che una barca si staccò dal gruppo, venne verso di loro e li portò al porticciolo di Senigallia. Altre volte aveva dovuto interrompere il cammino per sfi nimento. L’ultima quaresima predicata a Sassocorvaro nel 1625 non riuscì a fi nirla. Giunse ad Urbania il lunedì di Carnevale, al tramonto, dopo essere caduto molte volte lungo la strada. Si alloggiò presso un benefattore e la mattina successiva si recò a Sassocorvaro, dove tenne le prime prediche. Ma non poté tirare a lungo e dovette essere trasportato a Urbino. Mi piace riferire che per percorrere quel tragitto di circa 15 chilometri in lettiga si offrirono ben dodici volontari, quando si pensi che pochi giorni prima la Contessa del luogo, per lo stesso tragitto, non aveva trovato nessuno, nemmeno a pagamento. Dopo pochi giorni il Padre Benedetto si aggravò ulteriormente. Si racconta che un frate, venuto a visitarlo, credendolo morto, accese un cero vicino al capezzale, ma si sentì mormorare dal malato che c’era ancora da aspettare. Visse altri tre giorni. Dopo la morte si rinnovarono anche per lui le scene di devozione popolare riservate ai santi.
Noi amiamo la nostra libertà; ma dobbiamo considerare che la libertà senza ideali è solo un’illusione, uno sbandamento pericoloso.
Chi gratta la rogna agli altri, rinfresca la propria.
LAVORI DEL MESE Siamo di nuovo all’eterna lotta contro le erbe infestanti e i parassiti animali e vegetali. Buone indicazioni potete trovarle nel nostro libro L’Orticello di Casa alle pagine 53-63. Controllate gli impianti e gli innesti fermando con adatte legature i nuovi germogli. Continuate con i trattamenti pre e post fl oreali gli alberi da frutto. Concimate e ridate terra ad asparagiaie e carciofaie.
ORTO Date aria agli impianti di copertura. Preparate il terreno per semine e trapianti estivi. Cominciate ad acclimatare le piantine da trapiantare in terreno aperto. Rincalzate le patate; mettete sostegni ai piselli rampicanti. Occhio a possibili brinate. Semine in ambiente protetto: continuate come per il precedente mese di Marzo, per passare poi, nella terza decade del mese, alle semine all’aperto. Semine e trapianti in terreno aperto: fagiolini nani e rampicanti; cicorie da taglio, lattughe di ogni genere, ravanelli, rucola; sedani, prezzemolo, agretti; bieta da taglio e da orto, carote; cavoli estivi, cetrioli, meloni, cocomeri, zucche e zucchine; pomodori, melanzane, peperoni.
GIARDINO Mettete a dimora bulbi e rizomi a fi oritura estiva. Seminate tutte le varietà semi-rustiche a decorso annuale. Ripulite gli arbusti sfi oriti. Eseguite le necessarie colmature ai vasi da portare all’esterno. Continuate regolarmente a sfalciare il tappeto erboso.
VIGNA E CANTINA Iniziate i trattamenti a base di zolfo in polvere per passare poi a quelli con prodotti a base di rame (quando i germogli avranno raggiunto i 10 cm di lunghezza). Controllate gli innesti. Eliminate i succhioni. In cantina fate sempre attenzione al livello dei recipienti. Giorni adatti per i travasi: dal 4 al 18 del mese.
OLTRE LE NUVOLE La radioastronomia è la branca dell’astronomia che studia le onde radio trasmesse dai corpi celesti, permettendo così di conoscerne le caratteristiche. È un campo relativamente nuovo della ricerca astronomica che ha permesso di scoprire nuovi corpi celesti come quasar, pulsar, ed anche l’importanza della “materia oscura” nel nostro Universo e la radiazione cosmica di fondo. Oggi ci sono molti radiotelescopi in tutto il mondo e, grazie alla possibilità di farli “lavorare insieme”, è possibile ottenere immagini persino più dettagliate di quelle del famoso telescopio spaziale Hubble. È un telescopio posto negli strati esterni dell’atmosfera terrestre, a circa 560 km di altezza, in orbita attorno alla Terra.
POSIZIONI PLANETARIE Il giorno 6 Urano, in Ariete, è in congiunzione col Sole. Il 9 Giove, in Leone, torna di moto diretto. L’11 Venere entra in Gemelli. Il 14 Mercurio entra in Toro, seguito dal Sole il giorno 20. Marte, Saturno e Nettuno rimangono rispettivamente in Toro, Sagittario e Pesci.
Questioni coniugali Un signore chiede alla moglie: «Chissà perché si dice che i gatti sono falsi, crudeli e traditori…». Lei risponde accarezzandolo sotto il mento: «Perché è vero, micione mio!».
A PROPOSITO DI ALIMENTI «Cipolla, luminosa ampolla» cantava il poeta Pablo Neruda, aggiungendo: «Balza di cristallo che, al calore acceso dell’olio, si trasforma in arricciata piuma d’oro». La cipolla, a lungo considerata il cibo dei poveri, è originaria dell’Asia settentrionale e della Palestina. Gli antichi Egizi e Greci facevano fermentare un composto di miele e cipolle tritate per ottenere una bevanda assimilabile alla birra. In generale le cipolle della varietà dorata o rosa sono più piccanti, quelle bianche e rosse sono più dolci. La cipolla ci fa piangere senza affl iggerci ma, per evitarlo, è suffi ciente, via via che la si affetta, bagnare spesso la lama del coltello sotto un getto di acqua corrente.
Malato molto immaginario Il direttore del piccolo ospedale di provincia: «Mi hanno detto che è ritornato quel tizio ipocondriaco che accusa ogni volta una malattia diversa... In quale reparto lo avete sistemato questa volta?». «Direttamente all’obitorio!».
DENTI BIANCHISSIMI La prevenzione è il modo migliore per sfoggiare un sorriso... abbagliante! Infatti alimenti comuni come caffè, tè, liquirizia, tabacco, sono veicoli ricchi di sostanze che provocano l’ingiallimento dei denti. Come ovviare a questi disagi? Bicarbonato di sodio: è un elemento effi cace per lo sbiancamento dei denti, ma va usato con moderazione. Generalmente si addiziona al dentifricio ponendo attenzione nel limitare quest’operazione ad una sola volta a settimana per evitare di corrodere lo smalto che ricopre i denti. Cenere: quella del legno di noce tradizionalmente si ritiene che doni un sorriso candido, sempre se utilizzata con moderazione. Salvia: sbiancare lo smalto dentario con foglie di salvia può aiutare a scolorire macchie persistenti. Sconsigliabile masticare le foglie per non ingerire né quest’ultime né il liquido prodotto. Fragole: anche la polpa di tale frutto è un blando sbiancante naturale, ma non dobbiamo esagerare, soprattutto ricordandoci le possibili allergie.
Chi sono i giapponesi? Tedeschi travestiti da cinesi!
Sempre si perde il fascino infi nito di una stellata notte d’estate quando si avverte il ronzio minaccioso di una zanzara.
I personaggi in cerca d’autore sono rimasti solo sei. Gli altri sono tutti in fuga.
RISOTTO AI FRUTTI DI MARE - Ingredienti: (per 4 persone) 350 gr di riso - 600 gr di vongole - 400 gr di cozze - 150 gr di calamaretti (o piccoli totani o moscardini) - 150 gr di seppioline - mezzo litro di brodo vegetale - 2 cipolle, due spicchi di aglio - 2 bicchieri di vino bianco secco - 40 gr di burro - 3 cucchiai di olio ex. di oliva - prezzemolo - sale e pepe.
- Procedimento: fate aprire a fuoco vivace, separatamente, le cozze e le vongole debitamente pulite e spurgate - Estraete i molluschi conservando i liquidi di cottura - Fate soffriggere nell’olio l’aglio e la cipolla tritati fi nemente e versatevi le cozze, le vongole, le seppioline e i calamaretti tagliati a listarelle - Versate un bicchiere di vino, fate sfumare, aggiustate di sale e cuocete per 15 minuti - In un’altra pentola fate fondere il burro e imbionditevi l’altra cipolla - Unite il riso e il vino e lasciate sfumare - Fate cuocere per 15 minuti aggiungendo poco alla volta il brodo e il liquido di cottura di cozze e vongole - Regolate di sale e pepe - Unite tutto il pesce al riso e fate cuocere per altri 4-5 minuti - Spolverate con il prezzemolo tritato - Servite caldo.
ECLISSI: Il giorno 4 Aprile si verifi cherà un’Eclisse totale di Luna visibile da Asia, Australia, oceano Pacifi co e America. La parzialità durerà 3 ore e 29 minuti. La fase totale, di soli 5 minuti, durerà dalle ore 13.59 alle 14.04 italiane.
FENOMENI CELESTI: Mercurio ricompare al tramonto negli ultimi giorni del mese. Venere è ottimamente visibile fi no a sera inoltrata. Marte è visibile al tramonto del Sole. Giove è visibile in tutta la prima parte della notte e riduce sempre più la sua visibilità nella seconda parte; a fi ne mese tramonta tre ore prima del sorgere del Sole. Saturno sempre meglio visibile in tutta la seconda parte della notte ed in buona parte della prima; a fi ne mese sorge intorno alle 22.00.
MACCHIE SOLARI: Periodo di stasi. Macchie al meridiano centrale della nostra stella.
TEMPESTE MAGNETICHE: scarso dinamismo, qualche valore in più a metà della prima decade.
GIORNATE FAVOREVOLI: pochi infl ussi fi siopatologici avvertiti solo da persone predisposte.
In alcuni paesi i ladri sono amputati. In altri paesi sono imputati. Nel nostro paese spesso succede che diventino…deputati.
Come sempre ci saranno treni chiamati occasioni, che passano una sola volta nella vita. Sempre meglio di quelli di Trenitalia, che passano tutti i giorni. Ma troppo spesso in ritardo!...
Per molti millenni ancora, con il denaro non si potrà comprare né amore né felicità. Ma ciò ci salverà da grandinate di annunci pubblicitari!
Il saggio dice: “La musica è la voce di ogni dolore, di ogni gioia. Non ha bisogno di traduzione” (Helen Exley).
ESSERE COME LA BETONICA Espressione che si riferisce a chi si impiccia di tutto ed è sempre presente. Usata specialmente in senso negativo, indica una persona che si intromette dappertutto, un maneggione, un fi ccanaso. La betonica (Stachys offi cinalis) è una pianta erbacea della famiglia delle labiate diffusa in tutta l’area mediterranea. Erano tante le virtù medicamentose che a torto o a ragione le si attribuivano, da renderla presente in pressoché tutte le preparazioni di erboristeria, quasi fosse una panacea per tutti i mali.

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